lunedì 16 dicembre 2024

SEGNALAZIONE VOLUMI = ALESSANDRO CANZIAN


** Alessandro Canzian: “In absentia” Ed. Interlinea 2024 pag.96 - € 13,30
Con una esauriente nota firmata da Martin Rueff “In absentia” è composto da tre sezioni: Minimalia (quindici componimenti suddivisi in due parti da sei e nove testi, più uno d’apertura), Sul fondo (titolo ispirato, come si dice in nota, a Primo Levi, quindici componimenti più uno d’apertura, o se si vuole “cuscinetto” tra le parti), In absentia (suddiviso in tre parti: sei, sei, cinque componimenti, di nuovo più uno d’apertura o “cuscinetto”). Le poesie delle tre sezioni sono per la maggior parte delle strofe di cinque versi (il francese usa la parola quintil), non rimate e costruite su una nitida opposizione drammatica dei tre primi versi e dei due ultimi. Così la poesia diventa un piccolo dispositivo drammatico basato sul contrasto fra una cosa vista e la sua iscrizione nella sensibilità. Una lettura coinvolgente e rapida, che apre pagina dopo pagina l’attesa di un riscontro quasi sempre a fondo filosofico emotivo, che fa germinare ulteriori quesiti proiettati come strali nel tempo, nello spazio, nella somma di equivoci o di ispezioni sotterranee .
Non distrae il susseguirsi dei giorni dedicati alla creazione scontrandosi con i versi “Il terzo giorno non era più/ Lui. Non chiamarmi/ Dio né uomo. Ogni respiro/ è una vita che non sa.” - Storditi da un interrogativo che richiama l’essenza divina per la sconosciuta indecisione della meditazione, cerchiamo di affondare nelle onde di quelle percezioni emotive che il sussurro credente si illude di chiarire.
Quindi “Ho trovato tracce di topo/ anche in bagno. Un brandello/ bianco, forse forfora/ di pelo, forse rigurgito.”
La realtà per il poeta ha un aspetto importante, ma una realtà mai disgiunta dalla fantasia, la quale indaga con insistenza, percorre ripercorre alcuni sentieri della quotidianità, riflette e congiunge l’impossibile al miraggio.
Le figure si susseguono in un alternarsi di plasticità familiare. Le lenzuola distese avvolgono un geco, il capannone non basta a sorvolare la storia, una ragazzina seduta con le gambe piegate conta monete, a Nord non si potrebbe andare e a Sud sarebbe un suicidio, i conto dei morti sul posto di lavoro, il respiro scoppiato per caso fra scapole e strade, la tovaglia piena di briciole a terra, e per il poeta la predisposizione della parola diviene la contrapposizione logica degli opposti, quasi gioco che contrasta con lo sdoppiamento psicologico che il dettato riflette.
Difficile schedare questa controllata omogeneità della silloge, che fluttua abilmente fra il canonico simbolo che proviene dalla scrittura classicheggiante e il lampeggiare di un improvviso cambiamento del paradigma poetico.
Il dirompere dell’imprevedibile si ricompone e si fissa in policromatici concetti del contrasto.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page