SEGNALAZIONE VOLUMI = CLAUDIO NEGRATO
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Claudio Negrato: “Di padre in figlio” Ed. Carmina – 2024 – pag. 116 - € 14,00
La luce smerigliata che avviluppa il profilo di un bambino è quasi sempre la meraviglia riavvolta nello sguardo del padre, che accompagna mano nella mano, i passi incerti de fanciullo. Il timore talvolta presenta un effetto folgorante, ma il ritmo musicale di un verso riesce sempre a smorzare le negatività del quotidiano, per aprire orizzonti policromatici, nei quali immergere affetti, pensieri, speranze. Fedele nelle utopie il padre cerca di resistere sapientemente ai vari fortunali che sopraggiungono sempre senza preavviso e intraprende il percorso faticoso della guida morale.
Per il poeta il vincolo “è un’immensa pittura,/ una corazza di carne,/ un capolavoro di versi/ in una cornice intarsiata./ E’ l’intreccio di vene,/ l’arte dell’intessere le trame/ di cellule, il sublime mosaico/ di una vita intensamente/ radicata nell’altra, plagio/ esemplare della resistenza.” Tracciando con calore quella connessione che ha la capacità di trasmettere da generazione a generazione l’unione, che fa dei singoli il delicato e pur saldo ricamo degli affetti.
Attraverso le sei sezioni che compongono la silloge: “E se tu vedessi quelle madri”, “E’ una gloria il nome”, “E tu apri e chiudi le porte”, “Ho indossato la tua luce”, “Perdersi tra le sillabe”, “E sarà quasi sera”, scandagliamo, assieme allo scrittore, in un oceano che nel suo profondo mantiene segreti: sentimenti e imprevisti, compromissioni e vincoli, riscatti ed armonie, dubbi e sospensioni, cercando insistentemente di aggregare alleanza ed amore tra le fasce che si intrecciano nei pensieri.
“Custodisci il bambolotto/ di carne, che scalpita al vento,/ tu che tieni l’amore stretto/ nella mano, e lui si ferma/nell’incanto, trangugiando/ a singhiozzo il ciuccetto./ Andiamo il tempo è sospeso/ nella vita di cristallo.”
Un raccontare e un raccontarsi egregiamente teso nel riferimento sotteso tra la culla e i primi passi, tra le incertezze e la bramosia di custodire più a lungo il legaccio delle tenerezze.
ANTONIO SPAGNUOLO
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