SEGNALAZIONE VOLUMI = SILVANA LEONARDI
Silvana Leonardi: “Psicogeometrie erranti” – Ed. Bertoni 2025 – pag. 142 - € 16,00
Titolo accattivante e nel contempo agghiacciante, invadente e nel contempo intrigante! Incidere geometricamente nel nostro sub conscio è un’operazione che nessun chirurgo è in grado di sostenere, ma travestiti da investigatori potremmo rintracciare quelle che sono le emozioni erranti. Indagando nell’immaginazione del vocabolo prescelto la psicogeometria suggerisce che le forme geometriche non siano solo strutture astratte o elementi visivi, ma possano rappresentare stati psicologici, tratti della personalità o dinamiche interiori. Un cerchio potrebbe evocare armonia e inclusività, un triangolo energia e direzione, un quadrato stabilità e concretezza. In questa ottica, la geometria diventa linguaggio dell’anima, o nel caso della poesia esplora i contenuti della mente, tenta di mapparne la struttura attraverso simboli spaziali.
Le forme diventano così strumenti per comprendere l’organizzazione mentale, le tensioni interiori, le inclinazioni profonde dell’individuo. Come un’architettura dell’inconscio, ogni linea e angolo parla di noi, anche quando non ne siamo consapevoli.
Le composizioni di questa silloge hanno la struttura visiva quasi tutte a forma di clessidra, disponendo le riga con l’attenta suddivisione delle lettere in diminuendo ed in crescendo, quasi a voler invitare il lettore a scomporre e ricomporre i pensieri che vagano e fluttuano nella pagina per inseguire il lampeggio delle idee.
Uno scorrere rapido di incisive ispirazioni ricama versi dalla intelligente introspezione: “di tutte le voci di natura nel ritmo vitale/ delle onde incessanti onde di marea/ e di tempesta onde di energia”, “e/ accende/ di splendore segreto/ la seducente vertiginosa/ lontananza dal fatale divino grembo/ inizio e fine di ogni viaggio sulla terra e più in là”, “di scomposta amorfa inerte dolorante materia/ è questo il destino dei soccombenti/ esaurire ogni forma/ di speranza”.
Malgrado le variegate forme di ricerca, dal futurismo all’ermetismo, alla sperimentazione, al neo avanguardismo, al simbolismo, al moderno, post moderno et similia, abbiano giocato il loro tempo negli anni dello scorso secolo, con autori come Marinetti e Sanguineti, Zanzotto e Raboni, Capasso e Stelio Maria Martini, Luzi e Pagliarani, Valduga e Rosselli, lasciando fortunatamente sopravvivere la poesia “alta”, che rispetta il modulare delle sillabe, la musicalità del verso, la capacità di suscitare emozioni, ed il chiarore del pensiero, non dispiace oggi incontrare qualche abile ed attento artefice impegnato nella investigazione della scrittura.
Silvana Leonardi da’ valida prova di operatrice della parola e del simbolo, con la magia delle scansioni e delle invenzioni, tra astrazioni e chiarezza, capace di far sgocciolare il succo dei suoi “fermenti” fra testimonianze e costruzioni fantastiche, utopie che sfidano il quotidiano e tumulti del linguaggio.
Scrive Bruno Mohorovich in prefazione: Silvana è consapevole di vivere qui e non altrove (in questo senso ribalta il verso baudelairiano “Altrove, e via di qui”) e così emerge ancora in lei il suo essere bambina che dice a sé stessa “narravi / i tuoi sogni / solitaria bambina / con figure d’alabastro”; ma, quell’infante che si trova oggi sbattuta in un mondo che la sovrasta e interrompe i suoi sogni, non desiste e va con impeto “fotografando / il silenzio e l’assenza” disegnando “ragnatele d’ombre / trame di trasgressione / di un quotidiano / banalmente / crudele”.
Con il suo ampio spettro lessicale la poetessa avvalora l’autenticità dell’indagine e della perlustrazione, offrendo un panorama policromatico di stile personale.
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ANTONIO SPAGNUOLO
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