mercoledì 17 settembre 2025

POESIA = TATIANA TESTA


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"I burattini della guerra"
Nel cielo nero senza più colori,
urlano i bimbi, piangono i cuori.
Case spezzate da un lampo di fuoco,
vita strappata in un attimo, in poco.
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Macerie e polvere, un mondo che crolla,
sangue che scorre sull’ombra di una folla.
Occhi sbarrati, terrore che avanza,
un padre che urla ma resta in silenzio la stanza.
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Chi muove i fili di questo dolore?
Chi semina morte nel nome del terrore?
Sono i potenti, seduti a banchetti,
con l’oro sul piatto e il mondo a brandelli.
-
Non sono loro a marcire nel fango,
non sono loro a bruciare nel rango,
mandano a morire chi nulla sa,
chi vive d’amore, chi amore darà.
-
Un bimbo stringe la mano gelata,
di chi fino a ieri gli stava accanto,
il cielo risuona di bombe e tempesta,
mentre la vita si spegne, mesta.
-
Eppure domani cadrà un’altra bomba,
si alzerà polvere sopra una tomba,
finché i padroni del mondo e del male
giocheranno a scacchi con l’odio immortale.
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"Figlia della tempesta"
Non nacqui dal silenzio o dall’attesa,
ma da un boato secco, senza resa.
Tra fulmini e risacche di parole,
camminai sopra il vuoto delle suole.
-
Non fui promessa dolce o sogno quieto,
ma l’urlo di chi stringe il proprio veto.
Non chiesi permesso per sbocciare,
mi feci vento e sassi da scalare.
-
Cresciuta tra le spine e i no educati,
ho preso i sì dai muri sgretolati.
Le mani mie, che han stretto l’ingiustizia,
ora forgiano fuoco dalla mestizia.
-
Non servo a piacere né a salvare,
ma a esistere, lottare, respirare.
Né santa, né strega, né regina,
sono carne che arde e che cammina.
-
Figlia della tempesta, e non di un dio,
con le cicatrici faccio il mio io.
Non domo il mare, ma ci navigo dentro,
la mia voce è la bussola, il mio centro.
-
E se tremi al suono del mio passo,
è perché porto il mondo sotto il braccio.
Non temo l’urlo, né la sua eco mesta:
sono io, la figlia della tempesta.
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"Luce d’ombra"
Cammino scalzo sul bordo del sogno,
dove il cielo si mescola al mare
e l’orizzonte non ha confini.
-
Ogni passo è un’eco,
un respiro lasciato nel vento,
un canto che muore prima di nascere.
-
Cerco il silenzio nelle crepe del cuore,
dove il dolore ha inciso storie
che nessuno legge,
e l’amore è un nome che tremo a pronunciare.
-
Ma anche tra le rovine,
cresce il fiore fragile della speranza,
e sotto la cenere delle notti perdute
brilla la fiamma nascosta di un desiderio.
-
Non c’è abisso così profondo
che non possa essere illuminato da un ricordo,
né ombra così densa
da soffocare la luce che porto dentro.
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"L'Amore che Uccide"
Diceva d’amare, ma era menzogna,
l’amore non stringe come una gogna,
non lascia sul corpo lividi e segni,
né spegne i sorrisi nei giorni indegni.
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Lei credeva in quelle promesse,
tra dolci parole e carezze concesse,
ma dietro a quegli occhi c'era il veleno,
un amore che piano si faceva terreno.
-
Ogni bacio era un filo tagliente,
ogni abbraccio una trappola ardente,
e il cuore batteva, ma senza speranza,
mentre il suo mondo perdeva sostanza.
-
Quante donne han visto il tramonto,
sotto la mano di chi le ha tradito,
quante lacrime senza un racconto,
hanno dipinto il volto ferito.
-
Ma l'amore non ferisce, non grida,
non toglie la voce, non dà la sfida,
l’amore non è la paura costante,
non è il dolore che cresce strisciante.
-
A chi diceva d’amare e ha spento la luce,
rimane il vuoto che nulla seduce,
mentre ogni donna, nel buio più nero,
rinasce più forte, più vera, più intera.
-
Perché l’amore è dolce e sincero,
non soffoca mai in un gesto severo,
è un fiore che sboccia, un vento che accarezza,
non una gabbia che toglie bellezza.
-
Ora ogni rosa recisa nel cuore
sarà la voce di chi non ha ore,
e chi pensava di spegnere il sole,
vedrà rinascere vite e parole.
-
Perché nessuna dovrà più morire,
l’amore non uccide, fa solo fiorire,
e nel ricordo di chi non ha voce,
crescerà un canto che il cielo conosce.
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TATIANA TESTA

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