mercoledì 1 agosto 2012

SEGNALAZIONE VOLUMI = RAFFAELE PIAZZA

RAFFAELE PIAZZA : “ Del sognato” – Ed. “La vita felice” – 2009 – pagg. 72 - €. 10,00 – ( prefazione di Gabriela Fantato ) –
Nel segno persistente della ricerca, e della poesia raffinata, ecco una raccolta di versi che riesce a coinvolgere il lettore , per quella raffinatezza tutta incisa tra rigo e rigo e per la struttura rigorosamente attenta della pagina. Raffaele Piazza non è nuovo al cimento con la “parola” , egli per anni si è addentrato nei meandri del “dire” e quasi sempre ha realizzato immersioni degne di essere seguite e segnalate.
“Vedi i mattini tra le pareti di sogno / entrare di tinte verso il velo a trascriverne / l’apertura delle ante del giorno; / vita a coglierne il senso recuperato / un fiore d’erba tra le copertine mai aperte e / invece oggi nell’agenda che è già / camera inauguri la radura che stava da anni: / le foglie per riandare nelle stanze / segrete come / poi serve ed è felice una casa per fare sesso / o mangiare, non solo:/ scrivere di nuovo – poi chiamarlo / amore quel vagare di lettere in movimento: / il fondamento in oggetti da rivelare / che se poi continua in qualche / modo e sarà infinito qui è cominciato/ in queste camere…” – La linea del disegno straripa dalla mano, impegnata in occasioni che sembrano barocche, tra l’ angoscia esistenziale, che appare in ombre, e il divenire fenomenico degli scarti. Immagini, pensieri, illuminazioni, ipotesi, sensazioni, plasticità si intrecciano vorticosamente e si susseguono , coinvolgendo il fruitore e invogliandolo a ri/creare il testo con la propria sensibilità ed il proprio bagaglio culturale.
La sua “Musa” ha attimi di squillo, attenta alle epifanie che scivolano tra pause e riprese, o sospesa alle ombre della memoria, ritrovata a poco a poco tra le assenze, i ritorni, lo schizzare dei sussulti erotici, o il gioco dei muri calcinati.
L’intreccio dei messaggi gioca con le pulsioni della mente a riempire , se liberati, quelle ipotesi di quotidianità che ognuno di noi insegue per migrare nell’empireo.
ANTONIO SPAGNUOLO -

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