domenica 24 novembre 2013

SEGNALAZIONE VOLUMI = VELSO MUCCI

VELSO MUCCI:. “Tempo e maree” - Fermenti Editrice, 2012, pagg, 83, € 12.00

Velso Mucci nacque a Napoli nel 1911. Tempo e maree comprende poesie tratte dalle seguenti raccolte del nostro; Continuum, 1962 – 1963, Umana compagnia, 1930 – 1953, Oggi e domani, 1934 – 1957, L’età della terra, 1958 – 1961, Lettere 1953- 1964. La raccolta è pubblicato con il contributo della Fondazione Piazzolla, diretta da Velio Carratoni.
Come scrive Massimo Raffaeli, nell’acuta introduzione, Velso Mucci è poeta di un solo libro, autore peraltro vulnerato da trascuratezza e oblio, fino ad essere espulso dal senso comune dei lettori. Il poeta, solo relativamente tardi, decise di dare una forma compiuta e ufficiale alla sua opera, nonché di formulare, anzi di anticipare, una vera e propria autogiustificazione.
La sezione Continuum è costituita unicamente dal poemetto eponimo Tempo e maree; in questa composizione riscontriamo una chiarezza vagamente narrativa, affabulante; il poemetto è composto da brevi o brevissime strofe, alcune formate da distici eleganti; l’opera si articola in un’unica e ininterrotta sequenza di versi, mancando del tutto, in essa, segni d’interpunzione, e il suo tono è vibrante e onirico. Si avverte nell’opera la presenza di una natura rarefatta e non manca un tono epico nelle descrizioni; i versi, in questo poemetto, procedono per accumulo, in uno sgorgare gli uni dagli altri, che ha un carattere che si potrebbe definire fluviale e c’è una certa visionarietà. Possiamo scorgere in Tempi e maree molte immagini icastiche e il tono è improntato ad una certa magia; le figure che l’autore ci presenta sono molto ben calibrate ed hanno effetti molto suggestivi. S’intravede anche un certo tono filosofico e si avverte fortemente il senso del tempo che passa. I sintagmi sono nitidi e caratterizzati da una certa chiarezza, mista a nitore. Il poemetto può essere definito come una riflessione interiorizzata sulla temporalità, oltre che sulla vanità delle cose. Una strofa del poemetto è simile ad una scenografia di una sceneggiatura teatrale, perché vengono indicati dei personaggi, anche se tutto resta sotteso ad un alone indefinito: in questo procedimento si nota una vena di sperimentalismo;. c’è da sottolineare che Tempo e maree è stato scritto a Londra tra il gennaio e il febbraio del 1963 e, anche per questo, in esso, l’ambientazione è quella inglese, con paesaggi materici e figure come la regina Elisabetta, che ci riportano a situazioni che a noi possono sembrare lontane; sicuramente si tratta di un’opera molto originale, pervasa da un senso di forte inquietudine.
In L’umana compagnia si riscontra un tono del tutto visionario ed è presente un forte straniamento; anche qui, a volte, sono presenti atmosfere britanniche, come nella prima poesia intitolata Five o’ clock, le cinque pomeridiane, che sono le ore del rito del tè in Inghilterra; in questa poesia vengono dette una carneficina, mani ghigliottinate, oltre che uno squalo sventrato, immagini che danno un tono brutale e quasi orrido alle descrizioni. C’è un tu, a volte, in L’umana compagnia, al quale il poeta si rivolge con un forte slancio emotivo; di questo tu ogni riferimento resta taciuto;-“… Non volgere gli occhi al mare aperto...”; questo verso che troviamo nella poesia Avviso, riecheggia vagamente alla scrittura di Montale. Contrariamente ai versi di Tempo e maree,, quelli tratti da L’umana compagnia, sono costituiti da segmenti staccati e iniziano con la lettera maiuscola.
In Dell’amore e di qualche altra passione, che è un poemetto tratto da L’età della terra, in un versificare scattante e nervoso, si avverte un tono desolato e il poeta fa una meditazione sulla morte e sul tempo che passa, riflessione che pare avere un afflato cosmico.
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RAFFAELE PIAZZA ----
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Tempo e maree -

noi viviamo in un tempo
che la morte è sospesa

vola un piccione grigio alla lavagna
del cielo di Charing Cross

i più vecchi tra noi
hanno strani ricordi

a quest’ora nella piana di Pirilico
la Luna alza le strade
e sul ponte di Londra
le acque umane si gonfiano
da un limo all’altro del fiume

se la memoria indugia
è sommersa

questo è l’ultimo tonfo della chiatta
alla chiatta che attracca
c’è il sottoterra e le domeniche
per covare i ricordi

noi viviamo in un tempo
che la Morte è sospesa
e i più vecchi tra noi
non hanno il cuore facile
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Five o’ clock -

Carneficina all’ora del tè
le mani ghigliottinate
e olimpiche
sotto il cristallo di una vita torbida
sotto la coltre pesante
le dame di chez Maxime
e la frana e la flora marine
dentro lo squalo sventrato.
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