sabato 16 marzo 2019

SEGNALAZIONE VOLUMI = VELIO CARRATONI

VELIO CARRATONI, PAURA DELLA BELLEZZA, Fermenti Editrice, 2019, pp.136, € 15,00

Un antico vocabolario recita con aforisma: “Sentenza che ha grande significato in poche parole, che dà in poche parole il precetto e il frutto di lunghi studi”.
È la precisa definizione del libro di Velio Carratoni che ci regala scoppiettanti pensieri, con freddure, arguzie che rispecchiano un modo disincantato di vedere il mondo: fulminanti immagini e pensieri sulla realtà moderna, parlando di lettura, autori, politica, elementi più o meno ridondanti della vita.
Implacabile e molto divertente il suo giudizio, le sue sottese frecciate, la fulmineità dei pensieri, guardando come distaccato quello che ci gira attorno, la prosopopea e la banalità del mondo moderno.
Una sana riflessione, con sentenze non apocalittiche, sul fru fru che gira nell’aria degli scrittori, nella vita collettiva, nella realtà attuale, nel costume, nella psicologia dell’uomo moderno: sferzate di buon’umore contro i finti sapienti, i venditori di fumo: “Non leggere è un atto di stupidità e supponenza”.
La sua scure tagliente colpisce a dovizia i miserabili: “Certi autori si sentono alti papaveri” con un gioco irrisorio, che non ha nulla di moralistico, ma come scoppiettante sentenza che fa bene alla mente di chi legge.
“Un libro può creare il finimondo o il piatto riflesso dell’esistenza”: l’autore si diverte a punzecchiare, a stroncare un mondo di falsità, divertenti e azzeccate le massime sulla politica: “Non dovrebbe la politica appartenere al popolo? C’è invece chi domina da padrone”, oppure “Politici. Quanti arzigogoli per esprimere un concetto”.
La cosa tragica è che mi sono divertito nel leggere questi precetti, queste drastiche sentenze che rispecchiano il mondo in cui ci troviamo, succubi di un gioco o di una presa in giro in cui ci sentiamo dei protagonisti, ovviamente sconfitti.
“Molto è regalato dalle bombe. Mezzi di riscatto senza regole”:ovviamente c'è una morale, che non è detto che quello che appare sia il vero, che le regole sono immutabili, ma la mente dell’uomo ha incommensurabili possibilità se usa la sensibilità e la fantasia, potremmo chiedere al cielo l’immaginazione al potere.
Ma “Il piacere spaventa. Generando tanto illusorio consumo. Quel consumo che se non c’è, non rende vivo”: una speranza che si possa sconfiggere la banalità, che con l’estro dei pensieri l’uomo riesca a redimersi.
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MARIO RONDI

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