domenica 28 aprile 2019

SEGNALAZIONE VOLUMI = BRUNA DELL'AGNESE

Bruna Dell’Agnese – "Geometrie imperfette"---Le ultime poesie--puntoacapo Editrice – Pasturana (AL) – 2019 – pag. 101 - € 15,00

Bruna Dell’Agnese, originaria di Borgomanero, è scomparsa nel 2017. Le sue raccolte di poesia: Stanza Occidentale (presentazione di Attilio Bertolucci, 1985), Bassa marea, Correndo l’anno, Nel fruscio del quotidiano, Gli improbabili confini (2004), ricapitolate nel volume Sul confine del tempo – Poesie 1985-2009 (Moretti & Vitali, 2011). E’ stata anche traduttrice di poeti: accanto alle poetesse del romanticismo inglese (Bronté, Barrett Browning, Dickinson), Poe e poeti contemporanei come Charles Tomlinson, o Mikos Radnoti). Ha pubblicato anche una raccolta di saggi dal titolo Il teatro dell’assenza (Moretti & Vitali, 2007), la raccolta di racconti Il messaggero del Prado (Greco & Greco, 2009) e un saggio sul Lago d’Orta, scrigni di luci (Alberti, 2006), illustrato dal pittore Carlo Rapp.
"Geometrie imperfette", la raccolta di poesia di Bruna Dell’Agnese che prendiamo in considerazione in questa sede, presenta una prefazione densa, esauriente e ricca di acribia di Silvio Raffo intitolata La signora delle ombre.
Il testo composito architettonicamente, è scandito nelle seguenti sezioni: Geometrie imperfette Geometrie euclidee, Verso l’altrove, L’amore scortese, piccolo canzoniere imperfetto, costituito da quindici frammenti numerati.
Le scansioni dalle quali è costituito il libro risultano eterogenee tra loro per forma e contenuti: infatti si passa dalla parte eponima Geometrie euclidee, formata da poesie geometrizzanti e concettuali alle altre due che hanno un carattere sentimentale avendo per contenuto prevalente l’amore, la morte e la fugacità del tempo che scorre inesorabile riannodandosi al passato inevitabilmente.
La prima sezione è sicuramente la più originale avendo per oggetto la definizione di ideazioni spaziali dette in versi che divengono simboli che attraverso il correlativo oggettivo rimandano ad altro: si va dal prisma capace di scomporre ogni unità come il freddo coltello della mente a molte altre astrazioni geometriche che portano la poeta al riflettere sul senso della vita e delle cose (per esempio non a caso la spirale è definita anima del mondo proprio per la sua struttura).
Da notare, elemento saliente, che accanto alla fredda nomenclatura matematica sono dette con urgenza figure come l’eroe, l’angelo e chi prega e, del resto un senso di religiosità non è estraneo alla raccolta.
Si arriva ad una personificazione delle fredde idee che diventano vive e non mancano riferimenti all’infinito se la poesia è sempre metafisica.
Il tono dei versi che procedono sempre per accumulo è sempre pacato e sono frequenti assonanze che creano ridondanza e ipersegno.
Cifra essenziale in questo volume a contraddistinguere la poetica di Bruna Dall’Agnese pare essere quella di una forte chiarezza che si evince da tutto il discorso complessivo dell’autrice.
In una poesia di Verso l’altrove è descritta un’anima che canta più in alto del cielo e l’io – poetante si rivolge ad un tu che non c’è più in uno sfiorare costantemente il sogno ad occhi aperti in una maniera che crea grande sospensione.
Nella terza sezione con una cadenza cantilenante ed efficacemente controllata viene detto il mistero del tema dell’amore non senza una garbata ironia nel rivolgersi Bruna all’Amore stesso.
Una vena sapienziale è intellettualistica è il filo rosso che lega le varie parti dell’opera.
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Raffaele Piazza

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