martedì 10 marzo 2020

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO SPAGNUOLO

ANTONIO SPAGNUOLO : "Canzoniere dell'assenza" - Ed. Kairòs 2018 - pagg. 92 - € 12,00
“Dopo che la natura umana fu divisa in due parti, ogni metà per desiderio dell'altra tentava di entrare in congiunzione e cingendosi con le braccia e stringendosi l'un l'altra, se ne morivano di fame e di torpore per non volere fare nulla l'una separatamente dall'altra.”
(Platone, Simposio)

Mi arriva come dono del tutto particolare il libro di poesie di Antonio Spagnuolo, una raccolta di liriche alla moglie assente, non scomparsa, assente dunque presente in un Altrove, raggiunta dal poeta attraverso tà eroticà, le cose dell’Amore di cui agli stessi amanti deve sfuggire qualcosa all’infinito per rincorrersi, prendersi, allontanarsi, riprendersi. Essere vivi per e con Eros.
La dimensione dell’assenza, la cubatura della distanza passa per titoli che in apparenza scandiscono i tempi verbali nella canonicità del passato: Ho amato, Non immaginavo e persino i sostantivi di altri titoli pungolano l’animo del lettore trasformandosi in un approccio temporale, uno su tutti Parabola, ma gli esempi si potrebbero moltiplicare con Intervalli, Attese, A sera, Sonni ecc.
Dicevo “le cose dell’Amore”, dicevo il detto e il non detto di Antonio Spagnuolo in un incedere che non stacca nemmeno per un attimo gli occhi da Elena, compagna di viaggio e di viaggi nelle matrioske dell’esistenza. Dico allora di una raccolta che non sbava il dolore, non lo annacqua, gli rende giustizia senza patetismi e imbarazzi, senza miseria e affettazione.
E si legge questo Canzoniere dell’assenza incontrando asprezze e dolcezze di suono e impatti visivi di notevole cromatismo, ma non è tanto importante la rassegna dei colori, ma l’uso che Spagnuolo fa della sua tavolozza, un tempo condivisa con Elena fino a farsi colore esclusivo per loro. Loro due soltanto.
Insisto su questa dimensione platonica perché credo di ravvisare nell’opera di Spagnuolo la mirata volontà di consegnarci qualcosa di molto prezioso nella sua essenza, vale a dire la potenza di un legame profondo che, sia pur diretto e orientato dal timone della ragione, necessaria nel percorso di una storia d’amore negli attimi spesi della quotidianità, mette in essere dinamiche Altre, non riconducibili a porzioni logiche, diversamente non è e non sarebbe stato amore, alimentato, nutrito dall’invisibilità che lo rende IL sentimento: spiazzante, misterioso, lacerante nella ricomposizione dell’unità originaria che passa per il due.
*
Cristina Raddavero,
9 marzo 2020

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page