UNA LETTERA = PER "OLTRE LO SMERIGLIO"
Gent. mo poeta,
ho letto con interesse la pubblicazione che mi ha inviato, "Oltre lo smeriglio".
E' raro trovarsi provocati da una poesia capace di invadere dolcemente il mondo del lettore. Il rischio spesso è quello di creare dei versi che ricercano spettatori, contemplatori, ammiratori. Raramente donne e uomini di vita vera, che possono esser intercettati nelle fibre vibranti della loro esistenza dai componimenti di altri.
La sua poesia trovo abbia questa preziosa qualità: quella di pro-vocare, di richiamare nell'essere la persona e la storia tutta del lettore, invitato a partecipare in maniera attiva all'evento del mistero poetico.
L'uomo contemporaneo vive la frammentarietà post-moderna, a cui occorre tornare, soffermarsi e rappacificarsi (“Ritorno agli ultimi frammenti per chiedere perdono”) se si intende abbandonare quell'uomo nicciano di Zarathustra immobilizzato e perso fra memoria e futuro, spazio e prigionia, orizzonti e dettagli (“Tutto è sopito nelle forme oblique, strana la voluttà dell'indicibile”). La sua poesia è un contributo a questa azione, a questa progettualità della nuova umanità perché si riscopra sempre sé medesima. “Nella nebbia inseguo qualche raggio per divenire fiammella”. E ci si scalda.
SARA BETTONI (Atelier)
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