lunedì 19 settembre 2016

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO SPAGNUOLO

Antonio Spagnuolo – “Non ritorni” - Robin Edizioni – Torino – 2016 – pagg. 199 - € 12,00

Antonio Spagnuolo è nato a Napoli nel 1931. Presente in numerose mostre di poesia visiva nazionali e internazionali, inserito in molte antologie, collabora a periodici e riviste di varia cultura. Attualmente dirige la rassegna “poetrydream” su internet (http://antonio-spagnuolo-poetryblogspot.com). Nel volume “Ritmi dal lontano presente”, Massimo Panio prende in esame le sue opere edite tra il 1974 e il 1990. Plinio Perilli con il saggio “Come l’ombra di una nuvola sull’acqua” (Ed. Kairòs 2007) rivisita gli ultimi volumi pubblicati tra il 2001 e il 2007. Ha pubblicato numerosi volumi di poesia tutti premiati. Ultimo “Premio speciale Camaiore 2014”. Tradotto in inglese, rumeno, greco moderno, francese, spagnolo.
Di lui - come valido poeta e capace saggista – ha scritto, tra i tantissimi altri, A. Asor Rosa che lo ospita nel suo “Dizionario della letteratura italiana del novecento”.
“Non ritorni” presenta la prefazione esauriente e ricca di acribia di Plinio Perilli intitolata “L’immagine schizza dalle forme” Omaggio indiscutibile ad Antonio Spagnuolo.
Il libro ben strutturato e composito a livello architettonico, è scandito nelle seguenti sezioni: “Prima parte. Lunghi murales” e “Seconda parte. Memorie”.
Se, come affermava Goethe, la poesia è sempre d’occasione, la recente produzione di Antonio Spagnuolo, sembra confermare tout-court l’assunto dell’artista tedesco.
Poesia come negativo fotografico delle fotografia della vita, forma di trasfigurazione del vissuto, sublimazione di situazioni per infrangere le barriere del tempo, con un carico di fertile tensione. Quest’ultimo se ha origine, deriva da un dolore lancinante, trova la sua catarsi, quasi oracolare, nell’urgenza del dire, attraverso il varco salvifico di cui parlava Montale: e così e solo in questo modo la vita rimane degna di essere vissuta.
Come antefatto alle ultime opere del Nostro c’è l’evento tristissimo della morte della moglie Elena, compagna di un’intera esistenza.
Il suddetto accadimento è stato ispiratore per Antonio di opere altissime come “Oltre lo smeriglio”, “Ultimo tocco” e “Da mozzare”, accolte entusiasticamente dal pubblico della poesia.
Mauro Ferrari, in uno scritto su “Ultimo tocco”, ha paragonato Spagnuolo al Montale costernato per la fine della moglie e all’Ungaretti de Il dolore, attonito per la prematura morte del figlio..
Quello che diviene di volta in volta cifra dominante della poetica di Spagnuolo, in “Non ritorni” e nei testi suddetti, è la sua stupefacente capacità di rinnovarsi attraverso tastiere di senso e di parole che sembrano tendere all’infinito, nell’esplorare tutte le loro possibilità.
Se il tema è sempre lo stesso, attraverso l’attraversamento di un nuovo periodo del suo poiein, più vicino alla chiarezza della prima parte del suo lavoro, che sfiorava l’alogico e l’indistinto, Spagnuolo è conscio che, attraverso l’osservazione acuta del mondo e delle cose, esiste la possibilità del raggiungimento di una rinascita nella consapevolezza che l’attimo in cui sgorgano i sintagmi, feritoia tra prima e dopo, può superare il male del tempo medesimo.
Riattualizzazione attraverso una memoria involontaria che non è vuota nostalgia.
A livello formale Spagnuolo raggiunge in “Non ritorni” esiti altissimi, creando quelli che si potrebbero definire come due poemetti nei quali domina il nitore attraverso una parola avvertita che senza sforzo produce il suo meraviglioso tessuto, attraverso metafore e sinestesie con leggerezza ed icasticità.
Da notare che nella prima sezione di “Lunghi murales” il poeta sperimenta una modalità di scrittura che sfiora la prosa poetica in un modo sinuoso di sogno ad occhi aperti che, tra detto e non detto, produce effetti sorprendenti, sempre nel solco del rinnovamento.
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Raffaele Piazza

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