POESIA = RAFFAELE PIAZZA
"Del sole candele"
(In memoria di Mirta Rem Picci, Amica suicida il 17/7/2017)
Tu così bruna sottesa
alle accese candele del sole
tra favola e fabula
e sto dove vivi.
Incanto nella villa del bene
e vedo tra le piante
della quinta stagione
i morti e li sento
parlare tra i segreti dei sagrati.
E stai infinitamente come
per consecutivi di gioia
pomeriggi nell’abbeverarmi
alla tua di parole sorgente.
*
"Di nuovo per Mirta Rem Picci"
Di talenti ne hai tanti
nella luce di stella che
scorgo dal davanzale
che s’illumina. Architetto,
di flamenco ballerina,
interprete, cameriera
parli inglese, francese,
spagnolo, italiano. Dio
ti ha fatto bella e sensuale
e ottima poeta anche.
Amica Mirta, sempre più
anici, dicevamo di noi
e sublime innocenza
ogni sera ti chiedevo
la tinta degli slip che
avevi addosso e tu dicevi
neri, rosa, color prugna
o melanzana, a volte
azzurri nella risata infinita
e poi ti domandavo cosa
volevi sognare. Mi
chiedevi se era peccato
rifiutare degli amici
gli inviti. Chiamami
tra dieci minuti, mi dicesti,
e poi la tua morte nello
spazio scenografico
della vita che è tutta
una recita.
*
"Dolore per il suicidio di Mirta Rem Picci"
Parole di nulla nell’aria di piombo
terra dell’anima devastata. La bellezza
eri. Tanti felici, molti contenti
nei cinque continenti di questo mondo.
Gioiosi solo di esserci. Tu, Mirta,
non avevi malizia e questo ti ha persa.
Bambina di anni 44 andavi e vincevi
ma non lo sapevi nel presentarti a Dio
l’ultima volta che è la prima
senza vita il corpo dopo il volo. Dal nulla
l’anima è emersa azzurra e invisibile.
Dopo il naufragio nell’infinito oltre
la siepe stai con i morti che a volte
avevi sognato. Sorridi a me.
Passo e chiudo, Mirta.
*
"Mirta Rem Picci ed io"
Scherzavamo sulla canzone
di Battisti Una donna per amico
ti definivi il mio portafortuna
mi svelavi tuoi intimi segreti.
Giocavamo con le poesie:
io ti leggevo miei versi e ti
chiedevo di chi erano e tu
spesso sbagliavi e rispondevi
di Luzi o di Montale. Diventavo
Montale nella tua vergine anima.
Ora ti sei tolta la vita e non
possiamo più giocare.
Volevi la mia felicità, Mirta,
fiore rarissimo l’amicizia
uomo donna. Eppure esisti
più di prima ora d’estate
anima di ragazza e di Dio.
*
"Ora con Mirta Rem Picci"
Otto giorni fa il tuo gesto,
Mirta, mi hai spezzato le fibre
dell’anima. Ora mi sei accanto
e coltivo le piante a noi care.
E’ riemerso delle foglie il verde
brillante dopo la calura e la vita
che era bella continua sottesa
a meraviglia di presagi, Mirta,
tu dal nome profano come
in un campo di grano l’amore
sei più viva di prima, luna piena
sul mio mare delle cose.
Sei la luce rossa nell’intermittenza
del mio porto dove rientro,
Mirta, dopo tante navigazioni.
*
"Amica Mirta Rem Picci"
Libro fiorevole e diario
aperto per me sei ancora,
Mirta dopo il tuo gesto
di disperazione. Tocco la
moneta che mi hai donato
sottesa al tuo sorriso.
Avevi il flamenco, il mare,
il lavoro di architetto,
il parrucchiere e l’estetista.
Sei volata via pari ad angelo
e sei caduta nell’altrove
e il vento qui non può
pettinare il mare. Senza tempo
per me il tuo ricordo
l’attimo. Leggi quanto sto
scrivendo mi sei accanto
senza addii perché esisti
nella fabula dei giorni
consecutivi alla tua vittoria
accanto alla Madonna
sotto il Manto non avendo
colpe da scontare
nella tua morale verginità.
*
Raffaele Piazza
2 Commenti:
Bella e commovente dedica all'amica volutamente uscita dal mondo. Al poeta pare udire i morti tra le piante della villa, mentre si disseta delle parole di lei.
Anna Maria Cacciatore
Per i poeti la morte rende più vivi i legami con chi se ne é andato. Così accade a Raffaele Piazza, trafitto dal suicidio dell'amica Mirta, sconfitta dalla vita, ma sublimata nell'affetto di chi la ricorda."La bellezza eri", dice il poeta evocando la donna nella sua fisicità prorompente, segno di qualità più profonde che fanno di lei il simbolo stesso della vita. Mi è piaciuta soprattutto" Mirta Rem Picci ed io", poesia capace di intrecciare con rara perizia il dolore al gioco. "Anima di ragazza e di Dio" mi sembra, in un altro testo della raccolta, una definizione perfetta per esprimere la sintesi di questa esperienza vissuta da Piazza, esperienza in cui l'umano ed il divino s'incontrano.
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