venerdì 13 aprile 2018

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANNA LAURA LONGO

Anna Laura Longo – Questo è il mese dei radiosi incarnati del suolo------
Oedipus – Salerno/Milano – 2018 – pag. 48 - € 10
Anna Laura Longo, nata ad Avezzano nel 1973, vive a Roma. Ha una formazione umanistico – musicale. Pianista concertista e performer porta avanti un personale lavoro di esplorazione sulla scrittura in versi, confluito nel volume “Plasma – Sottomultipli del Tema “Ricordo”, (2004) e proseguito attraverso la stesura di sue “azioni poetiche e strumentali”, che si arricchiscono tipicamente di impianti visivi, inserzioni di gesti e composizioni di oggetti tra cui: “In un singolo punto nodoso” (2004),” Elementi grafici – con due linee passanti” (2005), “Color carne per deposizione rossa” (2006), “Ribattute sillabe neganti” (2007), “Questo è il mese dei radiosi incarnati del suolo” (2008) (2018), “Nuove rapide scosse retiniche” (2009). Presente in festival e rassegne nazionali e su riviste e magazine di arte e cultura contemporanea, realizza allestimenti verbo – visivi con incursioni nel mondo del libro – oggetto. È autrice di testi di teatro musicale e partiture di segni. Concepisce la sua arte come forma di “attraversamento” e indagine plurima e composita.
Il titolo della raccolta (Questo è il mese dei radiosi incarnati del suolo), sottende una tensione all’incanto e all’ottimismo anche se la dimensione del tempo degli orologi non può venire meno.
Il tempo stesso, comunque, resta vago e imprecisato perché si parla genericamente di un mese (che potrebbe essere tutti i mesi), un mese radioso perché racchiude incarnati del suolo, tinte rosee che sembrerebbero specchiare tramonti.
Non può non venire in mente Eliot e il celebre incipit de “La terra desolata” (aprile è il più crudele dei mesi).
Il dato esistenziale, il tema etico e la gioia e il dolore entrano in entrambi i casi nel contesto dei libri ma, mentre Eliot ha una visione pessimistica, quella di Anna Laura Longo pare tendere alla linearità dell’incanto anche se il tessuto linguistico dei suoi componimenti è complesso nella sua densità metaforica, semantica e sinestesica che crea un senso di sospensione e magia.
Il libro presenta una postfazione di Cesare Milanese esauriente e ricca di acribia. La raccolta potrebbe essere letta e considerata come un poemetto perché tutte le composizioni in essa inserite sono senza titolo e per l’unitarietà contenutistica, formale e stilistica.
Inoltre i testi seguono un duplice filo rosso che si sdipana nell’affrontare il tema della corporeità nel tempo stesso.
La poetessa riesce a produrre un’atmosfera di vaga bellezza connessa al mistero tramite la scrittura magmatica e a tratti anarchica.
Tutti i componimenti sono bene risolti e risultano egregiamente controllati e si produce un alone di luminosità attraverso una parola detta sempre con urgenza e connotata da eleganza e raffinatezza.
La dizione è icastica e leggera con venature neo orfiche che si coniugano ad un afflato classicheggiante nell’essere tutte le poesie ben cesellate.
Spesso è presente un tu del quale sono detti particolari e riferimenti della sua fisicità: - “Brucia sotto il sedile/ senza infingimenti/ la tua bocca esplosa e fiorita…”
La suddetta figura potrebbe essere quella dell’amato per il tono intenso e sentito con il quale ad essa Anna Laura si rivolge.
E quindi una valenza idilliaca pare pervadere l’opera pur nel suo personalissimo e originale sperimentalismo.
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Raffaele Piazza

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