SEGNALAZIONE VOLUMI = ANNA CACCIATORE
Anna Cacciatore – Il pozzo del cuore----Il filo – Roma – 2018 – pag. 61 - € 12,00
Anna Cacciatore è nata nel 1942 a Napoli, dove vive. Laureatasi nel 1967 in Lettere Classiche, ha svolto per trentotto anni l’attività d’insegnante prima al liceo scientifico e poi al classico.
“Il pozzo del cuore”, che presenta un’acuta e sensibile prefazione di Sabrina Pisu, è una raccolta di poesia non scandita che, per la sua unitarietà contenutistica e strutturale, potrebbe essere considerata un poemetto.
Come dal titolo si evince è un libro che ha la sua genesi nei sentimenti provati dall’autrice: non a caso l’occasione che è al suo fondamento è stata la prematura fine dell’amatissimo marito e compagno di vita della poetessa.
Nel mondo dei poeti e delle poetesse è tipico dopo la morte dell’amato o dell’amata scrivere libri di versi dedicati alla loro memoria.
Paradigmatico per quanto suddetto il caso di Montale che ha dedicato poesie sublimi alla moglie scomparsa.
Nel panorama italiano contemporaneo, per citare due casi significativi, Milo De Angelis e lo stesso Antonio Spagnuolo hanno scritto libri memorabili generati dal dolore per la morte delle proprie donne.
Poetica della presenza – assenza, dunque, quella di questa raccolta, che vede la sua causa scatenante nell’inevitabile memoria involontaria della Cacciatore nel suo rivivere i momenti della sua storia amorosa.
Ma non è nostalgia o vano rimpianto quello di Anna ma la lucida e consapevole intenzione di riattualizzare il passato tramite quello che solo la poesia può consentire per giungere ad una vera catarsi, ad una redenzione nella sublimazione del lacerante dolore per la perdita tramite la parola pronunciata con urgenza e raffinatezza sempre icastica e calibrata.
Il tu diviene quindi il marito Luigi che rinasce nella rimembranza e a volte si trova inserito in contesti naturalistici bellissimi come in “La terra degli dei” nella quale è detta una radura d’acqua chiara che l’accoglie in una calma distesa, dove lo Ionio mitico mare si placa per mostrare i suoi antichi incanti.
È anche quella di Anna una poetica sulla capacità d’amare quando la dualità si fa una cosa sola come è scritto in “Essere in due” dove è detto che la scommessa dell’amare è l’uscita da sé nel prendere l’altro in cura, dimenticando i segreti tarli e affidandosi alla concretezza di gesti tangibili in un avvertito scambio d’amore, elemento che diviene il motore della felicità anche se la figura di riferimento è venuta a mancare.
Ed è anche tempo di bilanci, d’inventari dell’esistere quando la Cacciatore si chiede come si sarebbero dispiegate la vita sua e quella del marito se questi non fosse venuto a mancare.
Centrale il senso della natura di Anna, si diceva, che diviene salvifica anche attraverso la tematica della metamorfosi quando la poeta in un sogno ad occhi aperti immagina di essere lei le radici del mitico ibisco e che il marito ne sia il fiore.
Cifra distintiva di questa poesia è quella di un’intensa liricità effusione dell’anima dell’autrice che domina la sua materia e tutti i componimenti sono felicemente risolti.
È la condizione umana, l’essere sotto specie umana, per dirla con Mario Luzi, il filo rosso che lega i componimenti e li attraversa:” All’appello delle generazioni/ Tu risposto non hai. Mi duole/ la tua assenza e il trascorrere del/ tempo, fatto di bilanci/ crudele m’appare” -.
Solo l’esercizio di conoscenza della poesia può fermare il tempo, l’attimo tra il detto e il non detto in ogni singolo componimento e questo Anna lo sa bene.
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Raffaele Piazza
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