giovedì 17 gennaio 2019

POESIA = RAFFAELE PIAZZA


"Alessia e la riapertura del Parco Virgiliano"

Dopo la bufera di alberi crollati
e dei chioschi la chiusura e altro
per Alessia riapre il Virgiliano
Parco nel gennaio, il mese del
nevaio. E torna partita dai blocchi
di partenza della casa a interanimarsi
con la natura vegetale nel dell’aria
a scendere di 18 grammi il freddo
nell’anima di ragazza Alessia.
Piove su Napoli che ancora esiste
nello scampanio domenicale
tra bambini e bambine con i genitori
felici nel ripararsi sotto di plastica
i teloni fino alla sera dopo la vita
in versi e non in versi.
*

"Alessia erede dell’azzurrità"

Spiaggia di ragazza Alessia
di granelli di sabbia
non infiniti come Dio
ma da contare difficili
e il mare da svuotare
con il secchiello come
per gioco nella mente.
Sola sul bagnasciuga
invernale dal freddo
buono pervasa eredita
l’azzurrità Alessia solo
con lo sguardo ad un cielo
tanto azzurro da turbare
l’anima e di Alessia il corpo.
Silenzio d’oro e parola
d’argento per Alessia
nel mito di Ulisse a cui
pensa, lei Penelope di
Giovanni e prega la Madonna
che non la lasci
ora che non è più vergine.
*

"Fiore di padre"

Prologo
Dal cielo delle
tue mani alle mie
un fiore d’erba
azzurro sotto il sole
hai messo per caso
a sbocciare per
altre generazioni.
1
Hai attraversato
il tempo in auto e
sei venuta a dare
il senso del latte
al figlio diciottenne,
amato e non voluto
nella magia duale e
2
nella chiostra
prealbare nel movimento
di gioia dello specchio
la tua fotografia
ad entrarmi per gioco
negli occhi e
il jet che ti ha
portato nel candore
del cappotto l’anima
di vetro nel fondersi
della notte con la
visione dei pini
piantati nel primo
‘900 in Villa
Comunale e
3
qui si respira aria di
trasparenza degli occhi
incanto di sorgente
dai tuoi fianchi
di ragazza nel tendere
alla via serale e
una scala per salire alle
cose della natura è rimasta
nelle durate, incantesimo tra
i nostri genitori e i nostri
figli e sei partita per altre
navigazioni su internet
e sul bordo del Mediterraneo e
4
oltre lo squillo del
telefono e la lettera alla
portineria arrivata
o nel nuovo diario,
per accedere al luogo
dove eravamo venuti
con il bambino quando
aveva cinque anni e
ora è la stagione delle
spighe e il figlio ha
18 anni, la forza
trasparente dell’aria
nell’accadere di ore
al mio polso sottile e
a stringere la giovinezza
a respirare la brezza
di un luglio dove tutto
è fermo anche del sole
la lamina, il dischetto
che vedi alle diciannove
dall’oasi del Parco
Virgiliano e poi
la forza nelle gambe
che vengono da me
se sei l’icona a
scendere nella camera
della mente e nella
stanza fino a
di leggerezza porti
altri.
*
Raffaele Piazza

2 Commenti:

Alle 17 gennaio 2019 alle ore 09:10 , Blogger norise ha detto...

Un poemetto in cui Piazza si rivolge alla donna che le ha dato un figlio, amato e non voluto - aggiunge - ora diciottenne. Belle le visioni che sembra dipingere, come quell'aria di trasparenza degli occhi. Si rammemorano i momenti d'incantesimo e nella chiusa, si accenna ad "altri porti".

 
Alle 17 gennaio 2019 alle ore 09:40 , Blogger Daniela Raimondi ha detto...

Trovata diversa dalle altre poesie dedicate a questa donna. Trascinata soprattutto dalla sezione che conclude il poemetto, che è splendida!

 

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