SEGNALAZIONE VOLUMI =TERESINA GIULIANA PAVAN
***Teresina Giuliana Pavan – Alla fine del giorno - Edizioni Tigullio – Bacherontius – Santa Margherita Ligure – 2020 – pag.47
Teresina Giuliana Pavan è nata a Rovigo dove risiede. Già insegnante partecipa attivamente alla vita culturale del suo ambiente e alle iniziative delle associazioni culturali di cui fa parte: “Gruppo Autori Polesani”, “Le Voci della luna, “ANPAI”, “Federazione Nazionale Esperti e Critici d’Arte”
Dal 1994 partecipa a concorsi letterari classificandosi sempre tra i vincitori e ottenendo lusinghieri apprezzamenti dalla critica.
La raccolta Alla fine del giorno è prefata da Marco Delpino con uno scritto intitolato Nel dolore trionfa la vita e presenta una postfazione dell’autrice stessa dal nome Una voce dell’anima. La poetica dell’autrice, nel delinearsi nella maniera della linearità dell’incanto e della chiarezza, che non è elementarità, va nettamente controcorrente nell’attuale panorama italiano della produzione poetica dove predominano i neo orfismi e le varie forme di sperimentalismi.
Il volume è caratterizzato dalla struttura dei versi che formano i componimenti che sono tutti centrati sulla pagina, fatto che crea un ritmo che nel suo delinearsi produce una forte musicalità. Il titolo ha una valenza metaforica e simbolica, nel coglierne pienamente il senso. Infatti se la fine del giorno è la sera, la sera stessa pare divenire correlativo oggettivo dell’ultima parte della vita, l’anzianità. Non a caso la poeta spesso rievoca costruttivamente l’infanzia e la giovinezza per riattualizzarle in positivo oltre la vana nostalgia per il passato che è sempre incontrovertibile.
E il pensiero del lettore va inevitabilmente alla poesia di Foscolo Alla sera che ha per tema la morte come sera a livello simbolico nella sua quiete. Da quanto suddetto il tema del tempo, che a livello di cronotopo s’immette nello spazio, è fondamentale in quest’opera e lo spazio stesso è fatto di scenari domestici oltre che di squarci naturalistici di grandissima bellezza. Protagonista è la natura detta idillicamente e in modo elegiaco, una natura primeva che ha una forte carica ammaliante.
In copertina si ritrova un dipinto ad olio di Mosè Baratella che illustra una sorgiva spiaggia con due figure sulla riva che guardano il mare in una magia visionaria che bene s’intona con i versi della Pavan.
Inoltre dello stesso artista è inserito tra le pagine un disegno che pare evocare una danza d’amore in un’ambientazione vagamente classicistica. Cifra fondamentale del poiein di Giuliana pare essere una vena neolirica toutcourt, tipo di versificazione che trova i suoi antecedenti nelle produzioni dei poeti dei secoli passati più che nel presente. Belle e alte sono le varie immagini raffinate e ben cesellate che la poetessa produce, icone tutte diverse tra loro che realizzano un caleidoscopico effetto, una polifonia, un mosaico. I componimenti si situano sempre nella feritoia tra gioia e dolore ed è presente spessissimo un tu. una figura della quale restano pochi riferimenti alla quale l’autrice si rivolge in modo sentimentale.
A questa persona lancia messaggi in bottiglia e si comprende che è un individuo importante nella sua vita e presumibilmente si tratta dell’amato con il quale l’iopoetante si svela. Complessivamente il libro può essere letto come un poemetto anche per il fatto di non essere costituito da sezioni.
Un suggestivo canzoniere della memoria soggettiva, un elegante esercizio di conoscenza.
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Raffaele Piazza
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