martedì 30 marzo 2021

SEGNALAZIONE VOLUMI = FERNANDO DELLA POSTA


***Fernando Della Posta : “Sillabari dal cortile” – Ed. Macabor 2021- pagg. 134 , € 12,00-
Scommettere sulla limpida oscillazione delle azioni quotidiane, intese come manifestazioni di impegni lavorativi, desideri insoddisfatti, lusinghe melodiose, aspettazioni amorose, diviene per la poesia la frammentazione del linguaggio, nella ricerca valida del ritmo.
Ampio, faticoso e generoso compito nel coordinare le schegge essenziali ed armoniose che proiettano le espressioni di sentimenti ombrosi, oltre il privato e l’effimero, chiusi nei momenti più profondi dei risvolti dell’anima.
Intrecciare e disintrecciare le vicissitudini, le figure ricamate, i paesaggi delineati, ripete le fascinazioni che una poesia dal tratto a volte anche leggero riesce a decifrare nel processo di identificazione-confrontazione, sia pure soltanto illusoria, della propria astrazione dalla realtà.
Con puntualità scrive in prefazione Nicola Grato:
“Nelle case, negli appartamenti chiusi da serrande fitte, dentro alcove, stanze, tinelli è la vita che pulsa e che chiede aria, ossigeno; sono luoghi della memoria le case, luoghi di incontri e riconoscimento di noi attraverso la polvere che vi alberga, i segni del passaggio di vite, il mobilio; il poeta annota su un taccuino, come il poeta Paterson dell’omonimo film di Jim Jarmusch, la vita: il rischio è la cancellazione dei versi e del mondo, la perdita della bussola e lo spaesamento, condizioni queste tuttavia di nuova scrittura, di nuova ispirazione.”
Il movimento di luci e di colori che ogni giorno trasforma le figure dell’immaginario si arrende innanzi alle verità che possono turbare silenziosamente: “Difficile passare fra le maglie/ della corporeità. Il sorriso del teschio/ prova che l’anima/ non conosce mancanza.” Asserzione che lascia perplessi nel dubbio che l’eterno ci avvolga nel nulla assoluto e deprecato. Eppure l’interpretazione della poesia si rivela acutissima, fuori dal disincanto e in una suggestione che non permette relazioni se non la semplice capacità di ascolto.
Come non meraviglia la descrizione del lavacro necessario dopo l’atto d’amore, un semplice tocco diluito nel pudore di chi ama passaggi sommersi.
Il poeta insiste: “Barocco straripante di realtà,/ l’incauta domanda dell’uomo/ che vuole raggiungere/ una scansione maggiore?/ Ma particolari troppo chiari/ ottundono i sensi,/ l’informazione può debordare, rivelarsi selva/ dalla troppa lucentezza./ O forse è solo un problema di materia?/ Può apparire innaturale il fitto intrico,/ di foglie rigogliose inciso nella calce/ o nel legno macerato di una cattedrale.”
La forma della narrazione impersonale filtra molteplici aspetti attraverso lo sguardo di chi indaga o le percezioni di chi rimane avvolto, quando l’esperienza minaccia di cedere alla memoria, prima di scomparire nel nulla.
I versi di Fernando Della Posta hanno variazioni tonali di gradevole spessore e vanno dalla peregrinazione di un lungo soggiorno nell’illusorio ad una vertigine che rimbalza nelle materie tangibili a noi care. “Gli oggetti pronti per l’oblio fluttuano/ nell’abitacolo, spazio senza più giudizio…” Un sussurrare intimo, privato, ma incredibilmente aperto al comunitario, segnacolo formale di un rendiconto corale che fuoriesce da ogni ripiegamento esclusivamente soggettivo e rivolge la sua musica nella saldezza di uno scambio psicologico.
Non mancano gli appunti per il riconoscimento delle pecche del contemporaneo tratteggio di un mondo culturalmente rarefatto, ed il poeta denuncia morbidamente il divario tra il passato di un ardore allusivo e un presente dagli anelli mancanti.
Toni infine di alta tensione emotiva, per una frequentazione che cerca di abbracciare suggestioni e misteri, con una scrittura snella, agile, libera dai vincoli metrici, declinata per una lunga decantazione disvelante luci ed ombre dell’esserci.
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ANTONIO SPAGNUOLO

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