SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO SPAGNUOLO
** *Antonio Spagnuolo: “Più volte sciolto” Ed. La valle del tempo – 2024 – pag. 64 - € 12,00
Con la celerità che ingiungono i suoi novantatré anni Antonio Spagnuolo insegue ancora la parola, quella parola che quotidianamente gli suggerisce la inesauribile riserva del sub conscio per accendere senza tregua l’immaginazione, assopita tra i pensieri inespressi.
La parola al di qua o al di là di ogni idea di scrittura è la testimone dell’esistenza dell’uomo, la sua giustificazione o la sua condanna, il desiderio di essere o la linea della fecondità, la scoperta o l’illusione, ed il poeta ricama la sua scrittura intessendo con policromatici ceselli quei sentimenti che fanno della vocazione letteraria il substrato delle figurazioni e della rappresentazione.
In queste nuove pagine ritorna incessantemente la irrequietezza caratteristica dell’innamorato che cerca con ostinazione di ghermire gli sguardi e le lusinghe della donna venerata. Un effluvio di memorie rimbalzano nei versi più significativi della raccolta quasi un diario che ripropone il desiderio di riaccendere almeno nell’illusione o nel sogno quelle ore, quegli eventi, quei turbamenti che hanno segnato appassionatamente alcuni momenti del tempo trascorso.
“Nel sogno riappare la tua carne. / Io con violenza la palpo/ per accertarmi che sei di nuovo viva, / nuda tra i cuscini roventi./ Quasi per celia l’invito di un sorriso/ offre l’amplesso e io affondo/ senza più il timore, già fatto galeotto./ Aspettavo il momento in cui adornavi/ il crepuscolo malandrino e complice, / ed accettavi il lento brusio dell’abbandono. / Il trabocchetto ormai rivela gesti abbaglianti/ spartiti co la mia accortezza.”
Per Spagnuolo il fiume infinito di idee, di pensieri, di immaginazioni che investono la mente confusa e irrazionale, ma nel contempo sublime ed elegiaca, rivela l’aspetto più genuino ed introspettivo dell’io. Il mistero della psiche, incontrollabile, si propone giorno dopo giorno come un abbraccio universale che traccia le sospensioni dei sentimenti e le celate speranze di un riflusso.
Spulciando qua e là tra i numerosi fotogrammi proposti in queste pagine risalta luminosamente la ricerca insistente del simbolo. Così il gabbiano diviene foriero di abbagli, il mouse indaga nel regno dell’inconscio, i calzari inchiodano lo sguardo, lo smeriglio sfida il destino, il violino scarta l’ignoto, il poppo ha carezze infrante sul volto, un asterisco naviga in sorprese. Un ricamare l’appassionato rapporto tra le battute degli appunti e il sopraggiungere della fantasia.
Con accortezza la cifra stilistica ha una linearità del tutto particolare, empirica e trascendentale ad un tempo, che convoca insieme la parola e l’icona, tanto quanto realtà ed illusione riescono a fluidificare la materia del verso.
Il poeta sembra offrire il consenso ad accedere ad un privato meditare, dove lo spazio del reale gravita nella potenza endoscopica ed estende ribaltamenti di un gioco delineato dalle cromie primarie, e dove l’immersione cronologica riaccende il rituale che accende l’esistenza.
“Questo silenzio serba l’ultimo segreto/ nel mezzo di uno sguardo che fruga/ e mi riporta al tempo del solfeggio./ Tra polveri di brace e ombra di un muro/ codesta sillaba secca stampa ancora/ ricordi tra pergamene consunte./ Il palpitare lontano che gorgoglia/ tra sonnolenze e rimpianti/ ha il nulla dentro per l’inganno/ che addenta tra ciuffi dell’azzurro./ L’abbandono sembra anello che non tiene/ e scroscia bruciando per non credere/ che ci sia un ritorno.”
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Anonimo / per il sito “Poetrydream”
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