SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO SPAGNUOLO
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Antonio Spagnuolo:"PIU’ VOLTE SCIOLTO" Ed. La valle del tempo 2024 - pag.64 - € 12,00
Già dai primissimi versi della raccolta la vena del poeta campano Antonio Spagnuolo si offre al lettore con cadenze che sottolineano uno dei temi suoi più ricorrenti: quello del tempo e dei monotoni affanni/ rivolti a rimembrare le scosse/ di ogni ora che passa: un tempo predominante, inesorabile che rende inutile “la sfida delle attese”.
La drammaticità dei versi non è ricercata, ma dettata dalla coscienza dell’inesorabilità del destino mentre il linguaggio poetico presenta a tratti echi montaliani e leopardiani. Noi siamo il passato- scrive Spagnuolo- ed è verità quella che eroicamente egli grida, svelando persino “l’astuzia e il decorso di una misera rima”.
Giunto fin qui, il poeta stesso sembra volersi allontanare dalle certe convinzioni che lo hanno accompagnato per tutta la vita: perché niente riporta l’uomo nel tempo felice, nella mappa illusoria dell’abbraccio.
Illusione, dice Spagnuolo, ripercorrendo i luoghi della tradizione letteraria italiana e straniera, solo illusione è la vita, la fiaba non dura che un attimo e poi si disperde. I versi, dotati di aperta musicalità, mostrano tecniche stilistiche e lessicali di gran pregio.
Si continua a leggere nella speranza che si plachi il dolore latente dei versi sostituito a tratti da immagini di rimembranze gioiose (la tua letizia /esplodeva al mattino come albore) alternate a espressioni disilluse dove ricorrente si fonda la domanda se sia realtà o vano sogno quello che è il vissuto dell’uomo.
Un uomo, un poeta, Spagnuolo che ha continuato ad amare la sua donna ad onta del tempo che tutto cancella e corrompe, trattenendone amplessi e sorrisi nei versi delle sue raccolte pur facendo ogni giorno i conti con le illusorie compensazioni di cui nessuno può fare a meno.
Ed è qui che si affaccia il grido di fede, circoscritto tra annunci di speranza e l’incapacità umana di avvicinarsi alla trascendenza:
"L’eterno è nelle nostre mani e riempie
di sgomento l’inenarrabile vicenda,
e non tenta almeno in una volta
di comprendere
cosa sia la trasparenza del Verbo.
Si dipana il percorso dell’autore tra questi bagliori di ricerca e la coscienza del proprio limite umano che, intrappola e tradisce l’intento, che dà e toglie, che contrappone la luce al baratro.
Sono versi protesi verso la ricerca, affranti o pervasi da flebile speranza, mentre i ricordi indelebili di edenici amplessi sono contrastati dalla caduta delle illusioni: qui si avverte il dramma dell’individuo più volte sciolto che prende coscienza del conteggio dell’ora mentre la poesia si fa avara nuovamente di asserzioni positive, ma è pur sempre protesa a scorgere l’indizio, a decifrare l’enigma.
Prorompono nei testi parole che si dilatano nell’ombra. Non smette il poeta di altalenare tra considerazioni oggettive che vorrebbero avere la meglio sull’evanescenza del colore che disegna contorni (Variazioni del blu), regala scene di marine, rincorre il felice passato.
Una rosa basterebbe a dare fiato all’attesa di un incompiuto desiderio, ma il verso declina, accetta l’incompiutezza del sogno. Cosa sono la poesia, le arti? Risponde il poeta che l’arte è soltanto una frazione della nostra memoria
Spagnuolo si muove in cerchi concentrici: inganni, illusioni, disvelamenti.
La parola, nei versi, conduce il lettore, a rivisitare momenti di vita, flash rapidi, incisivi, poi dopo una breve parentesi (la sezione scherzosamente dedicata alla poesia Kitchen) il ricordo della donna amata riaffiora e il sogno si fa nuovamente poesia, consolazione dell’anima.
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Carla Malerba
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Poesie tratte dalla raccolta “Più volte sciolto”
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"VARIAZIONI DEL BLU"
Nel giogo variegato del colore
rinsalda una magia che s’incarna
in quella impertinente fantasia
che avviluppa sembianze evanescenti.
Esplode il blu in tutte le varianti
nel breve rammagliare le figure,
il profilo che staglia suggestioni e ricordi.
Anche sbiadito il tocco non si muta
tra gli spazi lucenti degli azzurri,
tra le incursioni del cobalto o d’oltremare,
e torna negli accenti delle bozze
per il fervido raggio della luce.
Così ogni curva accarezza l’onda
di un angelico volo al primo gesto.
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"ADESSO"
Spalancavano aromi i tuoi coturni,
docile fanciulla tredicenne,
e il piede rosa legato all’autunno
lasciava tracce di presagi ed abbandoni.
Blandito dalla gonna abbandonavo
gli studi per un messaggio insonne
nel deserto delle lunghe attese.
Per l’imbarazzo dei sensi ed il trionfo
delle nudità divenivo selvaggio
nella timida pietra e l’impazienza,
addentando l’assurdità nervosa
di carezze.
Intollerabile adesso ribolle il ricordo
ed in bilico mi annulla.
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