SEGNALAZIONE VOLUMI = SILVANA SONNO
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Silvana Sonno : “Transiti” Ed. Fara – 2025 – pag. 72 - € 12,00
In sottotitolo “taccuino delle stagioni”, quasi ad avvertire che il viaggio che andiamo ad intraprendere fra queste pagine non è altro che un attraversamento del tempo, assolutamente terso a momenti, ma burrascoso in altri, con andamento segnato nelle vicissitudini tra forme e segnali, tra incisioni e illusioni, tra sussurri ed assalimenti.
Nel suo cambiare vibrante ecco la pennellata che fa del colore il protagonista di una figura, di un bozzetto, di un accenno, e che riesce con il ritmo a rimandare il nostro cipiglio alla ricerca della comunicazione diretta, capace di innalzarsi dalla pagina all’impatto profondo del pensiero.
L’intimo fulgore è una cascata di luminosità. “È la presenza di un popolo di insetti/ traghettatori di pollini e di vite/ servitori cortesi di Natura/ che chiama a riprodursi/ in quanto là vive e tesse.”
Accenti fortemente evocativi nella musicalità del verso, sempre variabile, colgono l’essenza dell’esperienza umana, attraverso una scrittura concentrata e sintetica, che cerca in mille modi di attingere dagli impatti profondi o frettolosi della quotidianità.
“ Movimenti furtivi e impercette traverse/ aprono a fitovie che il piede ignora,/ traffico di un altrove che suggella/ il patto antico e sacro tra la Natura/ e gli infiniti mondi/ che la Vita inanella.” Natura nominata ancora una volta con la N maiuscola in segno di una arrendevolezza che coinvolge anche il nostro essere soltanto fantocci di fronte ai secoli.
Il segreto, l’intimo, il sottinteso, riallacciano direttamente il narrabile con il soffio quasi corposo della poesia, stilata in queste energiche pagine con l’impulso di chi nuota con arguzia nella ricerca.
Per Silvana gli impatti sono molteplici, e a volte esplodono nell’anonimo: “Ora solo una rosa mi ricorda di te/ ragazzo sconosciuto, morto senza un perché/ e davanti al cancello col suo fiore consunto/ mi sembra di avvertire un sospiro, o un singulto.” O illuminandosi di percezioni di tatto, che si sofferma spesso nella necessità di qualche riflessioni: “L’aria infuocata di questa estate secca/ brucia la fronte/ e dietro i suoi pensieri muovono/ come cenere/ dai residui combusti d’una volontà…” Irruzione della parola che riesce a ricomporsi in qualche modo nell’unità dell’io poetante, con l’insistenza del profluvio delle memorie, degli incantamenti, della tensione metafisica.
ANTONIO SPAGNUOLO
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