sabato 23 agosto 2014

POESIA = NINNJ DI STEFANO BUSA'

- I -

L’inganno è là, prospiciente

al tempo residuale, caldo e languente

come sabbia alla riva.

Effusioni d’aria, sobbalzi corporali,

fulcro inamovibile di strappi e cuciture.

Il nudo che si addestra al disavanzo

è esitante, qualche volta fuorviante:

assonanze e interludi,

forme di spazi ambigui si delineano

dal fittume imponente della vita,

una catena selvaggia di richiami,

le mani senza gradazioni,

nella fissità del caos.

Ogni cosa si contende un sogno,

vive dentro di esso e vi si adagia

come

uno spezzone di cielo, senza varianti né colori,

una tregua vertiginosa, emozionale,

ossimorica tenta l'attribuzione del suo nulla,

risveglio d’ombre in amplessi di fogliami.

*

- II -

Nei dintorni e fuori scandiamo

la foschia tensionale dell’addio.

Essere attratti dalla linea che tradisce

il suo declino o dalla tenebra eccedente

che sfaglia umori di deserti,

come silenzi disegnati che percepiscono

abbagli, orbite di vento.

E l’invisibile ebbrezza della siccità

si accende dentro un corpo

che ha perso l’ordine reale delle cose,

tra le braccia dell’insonnia.

*

- III -

Ora è un’ebbrezza dissolta

quella che teme i riflessi del corpo,

innocenza smemorata di una sola forma

mantiene la compattezza dell’estate,

con annessa un’acquerugiola sottile

e la quieta, ritmata stagione degli amori,

l’ostinazione labirintica dell’intimità,

che tuttavia mostra la crepa esistenziale,

la contraffazione fuori dai confini

che inchiodano e ad incastro,

mantengono il proprio dolore,

come gli uccelli in cielo le ali.
*
NINNJ DI STEFANO BUSA'







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