lunedì 30 novembre 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = MARIA DE LORENZO

Maria De Lorenzo – “Un lungo desiderio” - Fermenti Editrice – Roma – 2014 – pagg. 97 - € 12,00

Maria De Lorenzo (1921 – 2013), autrice di sei raccolte poetiche, la più recente delle quali è “La tenue vita” (Fermenti, 2012), è vissuta e morta a Roma.
Traduttrice dal russo di opere di narrativa e per Einaudi de “La mia vita nell'arte” di Stanislavskij, ha vinto il Premio Minturnae 2002 con “Diario d’utopia”, 1999.
“Un lungo desiderio” è la sua silloge postuma e presenta una postfazione di Nino Borsellino, ricca di acribia, intitolata “Un luminoso addio”.
Nino Tricarico, per il suddetto testo, ha realizzato l’acquerello di copertina e gli altri che intervallano i componimenti.
Il volume, costituito da quarantadue composizioni e da una breve prosa, è scandito in sei sezioni: “Penultime, Paesaggi, Persone, L’ultimo sogno, Improvvisi, Lui ed io”.
I versi della poeta si rivelano attraverso un poiein contenuto e concentrato. Lo stile è pervaso da nitore, la forma icastica, la struttura misurata e controllata.
Il ritmo è sempre sostenuto e incalzante ed evoca suggestioni di segreta armonia.
L’opera è molto articolata e varia a livello architettonico, composita nella sua chiarezza
La prima poesia della raccolta, senza titolo, ha un carattere programmatico.
Nella suddetta il tema è quello delle parole stesse che la De Lorenzo nell’incipit dice di voler sciogliere dai lacci del tiranno, parole che bene si adattano alle sue illusioni, vocaboli dei quali molti sono volati via con i suoi pensieri in fuga.
Un nominare la pratica della poesia che riflette su se stessa.
Una poetica vagamente neolirica, nella sua visionarietà, che ha per cifra essenziale uno sgorgare di frasi affabulanti e suggestive, le une dalle altre, quella che ci presenta Maria.
Tutte le poesie sono connotate da compattezza e densità semantica e sintattica e si realizzano, frequentemente, nel tessuto linguistico, accensioni e spegnimenti.
Una vena assertiva ed epigrammatica, vagamente ironica, viene espressa in alcuni componimenti brevi.
Anche il tema mitico si inserisce nel discorso in una poesia nella quale vengono detti gli dei che, provenendo da oscuri abissi e dai mari, sfidano i viventi.
Molto bella la chiusa di questa composizione nella quale l’io-poetante si rivolge ad un “tu” imprecisato che, nell’atmosfera tragica, paradossalmente, andando controcorrente, continua a chinarsi per raccogliere una primula.
Nella parte intitolata “Paesaggi”, Maria riesce a tradurre in versi le emozioni dei suoi viaggi provate dinanzi a scenari di città di tutto il mondo, luoghi che vengono interiorizzati.
L’attenzione qui si sofferma spesso sugli abitanti dei posti visitati, osservati con stupore in quanto sono depositari di altri retaggi e culture.
Le raffigurazioni sono sempre scattanti e leggere, permeate da luminosità e tendono a scavare nel profondo.
Particolarmente interessante la poesia “Una stretta simmetria”, tratta dalla sezione “Persone”, nella quale la De Lorenzo s’interroga sulla sua identità.
In essa la poeta viene definita da una voce arcana come una donna sola, che non sa come sarà il suo avvenire.
Spetta a lei immaginarselo e si vede essa stessa con una lunga serie di attributi a dilatarsi in stretta simmetria, nel raccogliere pulviscoli di stelle.
Perché il titolo “Un lungo desiderio”?
A questa domanda risponde Borsellino stesso nella postfazione, affermando che desiderio è una parola fortemente caratterizzata nella poesia di Maria.
Indica una persistente voglia di vita che induce i lettori a un contatto confidente.
Un realizzare la scrittura in modo originale, che sa creare atmosfere di sospensione e di magia, attraverso le invenzioni linguistiche, sempre eleganti e calibrate..
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Raffaele Piazza

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