domenica 1 dicembre 2019

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO SPAGNUOLO

ANTONIO SPAGNUOLO - "Polveri nell'ombra" -Oedipus 2019 - pagg.96 - € 12,50

Le vicine lontananze di Spagnuolo. -Ulteriori assaggi dell’impossibile da parte del poeta

Questa nuova silloge di poesie di Antonio Spagnuolo, “Polveri nell’ombra” (Oedipus Ed., Salerno, 2019, pp. 94), ribadisce e allarga la vicenda dell’autore di vivere fino in fondo le conturbanti contattazioni e il dialogo ravvicinato con una realtà quale è la nostra vita, che si pone in essere e ci pone in essere su un crinale attraente da lontano, a rischio invece da vicino, dove ogni evento, piccolo o grande, mentre promette di appartenerci e di attenderci, simultaneamente si dimostra nient’altro che apparenza e inganno.
Non resterebbe, in ultimo, che la tristezza da digerire appoggiati a una balaustra di solitudine. Ma questa sarebbe una reazione di resa passiva alla difficoltà e alle sfide della vita, che invece si pongono in essere, attraverso linguaggi simbolici, come provocazioni a fare un balzo in avanti, secondo le spiegazioni di K. G. Jung, di M. Eliade, di R. Guénon e altri indagatori della nostra latenza al di sotto delle soglie della consapevolezza. Si tratta di sollecitazioni a prendere contatto col senso e con i dinamismi dei simboli, che veicolano simultaneamente sfide a guardarci non solo nell’ambito del regime solare, ma anche e innanzitutto nell’ambito del regime notturno, dove, come si sono posti in ascolto vibratile e nuovo da San Juan de la Cruz a Novalis e agli altri acuti indagatori delle fenomenologie della notturnità, occorre avere il coraggio di ritrovare sé stessi con le terribili inconfessate paure, con le ferite aperte dei risentimenti per le frustrazioni subite, con le altre esperienze maturate della propria dipendenza dalle circostanze e dai gruppi di appartenenza.
In quelle disillusioni di matrice notturna si scrive quotidianamente la nostra storia, dove palpita ogni attimo l’attesa di altro e dell’Altro, dove il magma scottante delle origini ci solleciterebbe a fughe per plaghe sconfinate.
lla notturnità è dedicata quest’ultima raccolta di poesie di Spagnuolo, che esordisce con una confessione alla propria donna morta anni fa, confermandole che, come egli scrive in esergo sulla lastra di una pagina bianca dell’inizio, continua e continuerà a inseguirla nell’eterno, mentre la sua mano “esitante sfiora vertigini di memorie”.
In realtà, la perdita della moglie è stata una pietra miliare nella vita e nell’immaginazione del poeta. Essa segna il passaggio da una mimesi controllatissima e funzionale a rendere essenziali ed elettrizzati i propri e altrui rapporti di interrogazione e di scavo del reale e a segnare in maniera marcata la reazione allo stato delle cose, a un modo convinto di esprimere in maniera allusiva, con neutralizzazione delle voci e dei gesti forti, come andando sempre più avanti in atmosfere sempre più sfumate e smorzate, quasi sul filo di una tecnica della dissolvenza. Su questa andata sempre più dentro al bosco sconfinato della vita, che si pone in essere per evasioni e fenomenologie di dematerializzazione e simbolizzazione del tutto su sfondi notturni favorevoli ai sogni e alle angosce, il poeta si misura consapevolmente con altri modi di comunicazione, più allusivi, più solidali con le situazioni, che potremmo dire orfiche e talora goticizzanti.
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Ugo Piscopo

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