venerdì 23 ottobre 2020

SEGNALAZIONE VOLUMI = CECILIA MINISCI

******************Cecilia Minisci – Dalla tempesta al cielo************ Pasquale Gnasso Editore – Giugliano in Campania (NA) – 2018 – pag. 81 - € 12,00******************************************** Cecilia Minisci, l’autrice della raccolta di poesie che prendiamo in considerazione in questa sede, nasce nel 1954 a San Giacomo D’Acri, un piccolo paese della provincia di Cosenza. Insegna matematica dal 1985 presso l’I.T.E. “R. Serra” di Cesena (FC), dove vive dal 1987. Legata fortemente alla terra d’origine, la Calabria, luogo che porta ancora i segni del suo glorioso passato, Cecilia si reca periodicamente nella casa di famiglia a San Giacomo D’Acri (CS), che la ispira a scrivere dove affonda nei ricordi che vuole conservare e far rivivere al lettore attraverso le sue poesie, tramite le quali ha vinto prestigiosi premi letterari e ha riportato numerosi giudizi positivi da parte della critica. Dal titolo della raccolta si potrebbe presumibilmente evincere che l’etimo del discorso della raccolta stessa consista nel fatto che la poetessa voglia intendere, nominare, una catarsi, una redenzione perché, se è vero che le tempeste sono eventi atmosferici, metaforicamente avvengono, accadono anche nella vita degli uomini e sono i lutti, le malattie, le sconfitte e tutte le altre cose connesse al dolore. Quindi partendo dall’angustia della tempesta stessa si può accedere gradualmente o subitaneamente al cielo, in quanto la vita è degna di essere vissuta e con gli strumenti umani il cielo, simbolo della felicità, può essere raggiunto e si possono trovare equilibrio ed armonia. Il volume è articolato in una nota biobibliografica, una prefazione di Domenico Pisani, le poesie stesse e una nota dell’Editore. Cifra essenziale della poetica dell’autrice sembra essere una vena neolirica ed elegiaca che si realizza nell’effusione dei sentimenti detti con urgenza che hanno in controcampo, come sfondo, una natura florida ed eterea. Si percepisce il senso di un sogno ad occhi aperti nei componimenti leggeri e icastici imbevuti di dolcezza e delicatezza nonché da un fortissimo pudore nel manifestare le emozioni. Di vaga bellezza la poesia nella quale il tu è il mare che magicamente diviene confidente della poetessa. Per la sua unitarietà formale, stilistica e contenutistica la raccolta può essere considerata un coeso poemetto. Se il ritmo è una variabile importante in poesia, quello sincopato e armonico, prodotto qui dalla Minisci, raggiunge esiti sublimi nella sua suadente e soave, pervasiva musicalità. Come scrive Pisani, nel suo scritto ricco di acribia, si tratta di una silloge che con Oscar Wilde, sembra dirci: “Ogni istante della nostra vita siamo ciò che saremo, non meno che ciò che siamo stati” e che con Eraclito sembra invitarci ad affermare:” Io stesso muto nell’istante in cui dico che le cose mutano”. Le composizioni sono generalmente sottese ad una vena di ottimismo anche se, per esempio, in A me, di leopardiana memoria, Cecilia dice di non essere stata compresa da chi ha amato. Tuttavia nella stessa poesia riesce ad accedere alla gioia, quella gioia del cielo, regalandosi un giorno pieno di sorrisi, fondendosi con gli elementi di una natura benevola e numinosa.***************************RAFFAELE PIAZZA

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