SEGNALAZIONE VOLUMI = VELIO CARRATONI
VELIO CARRATONI, PASSIVE PERLUSTRAZIONI – Racconti, 2008/2017, Fermenti Editrice, pp.162, € 14,00
Forse perché la vita riserva strane sorprese e repentini rimescolamenti delle carte mi colpiscono i funamboli personaggi di Velio Carratoni, per lo più figure femminili problematiche, sull’orlo di crisi o di esasperazioni, immerse nella modernità con slanci e frustrazioni.
Un mondo che per anni mi sono illuso di capire e che ora constato di avere poco gestito, seppure abbia tentato di stare vicino a quelle impennate e immancabili desolazioni.
Con uno stile asciutto e pungente, l’autore ci immerge in questo mondo di perenni contraddizioni, di slanci ma anche di fobie che è tipico della realtà contemporanea: molte di queste donne sono simili alle mie crudeli amanti e spassionate avventuriere che mi hanno avvelenato per anni la vita, anche se poi sono riuscito a prenderne le distanze, ma che nei sogni ritornano beffardamente per invitarmi alla perdizione.
Un mondo di grandi ardori, di cinismo, di modernità, ma anche di patetica arcaicità, in un rovello che consuma ma conquista: certo c’è molta delicatezza, tanto ardore, ma a volte scottature, esasperazioni derivanti dall'arte del sentimento estremo, della comunicazione senza barriere.
Storie anche struggenti e un poco paradossali, ma di ordinaria follia dei nostri giorni, dove bisogna esercitarsi nella pazienza, che non è mai abbastanza, dato che l’imprevisto è dietro l’angolo e ogni bonario proposito immancabilmente salta.
Questi non hanno nulla di diabolico e di perverso come certi miei amori estremi, ma sono di ordinaria crisi vissuta con rigore e con un onda di malinconia, sicuramente con tanta volontà di comprensione perché tutto questo è lo specchio della realtà e della sua schizofrenia.
Forse si cercano proprio amori assurdi per uscire dal grigiore di una vita opaca, da un piattume di consumismo elevato a sistema di vita in un mondo in cui tutto salta: a volte sembra che i personaggi siano ibernati della loro perenne ansia o irrequietezza, come se il mondo fosse imbalsamato, chiuso da schemi prefissati e immobilizzati dal magma che
imprigiona ogni gesto, anche se l’estro femminile tenta delle varianti, delle spie d’uscita che vorrebbero essere di rivolta.
Un mondo di consumi e di impacchettamenti mentali, dove la fuga nel sogno e nella normalità sembra impossibile, ma l’autore si diverte a mettere a nudo e alla berlina certi stereotipi del nostro vivere quotidiano, di anime costrette a subire un meccanismo imposto da regole della banalità e dall’irrequietezza gestita con molto cinismo.
Un mondo di “anime” smarrite, destinate ad essere inghiottite dal magma delle abitudini imposte di una vita costruita a tavolino che non riescono a liberarsi della loro nullità, nonostante i migliori propositi: uno specchio del caos e dell’opportunismo che ci circonda e che, con sapienza, Velio Carratoni smaschera, beffandosi delle ipocrisie.
Con un tono divertito, senza patemi e tantomeno proclami si delinea una ordinaria banalità dei nostri quotidiani drammi personali, cercando con un sorriso di esorcizzarli: Passive perlustrazioni scruta un mondo dove “Di corpi ce ne sono sempre troppi. Di pensieri sempre meno”, dove tutto si va appiattendo e sclerotizzando, anche se i guizzi di certe signore che escono dalla regola sembrano vivificare la speranza che un’altra realtà è possibile, subito disattesa.
Forse ogni tanto ci sono ancora spazi di illusorie salvezze, ma spesso “Siamo ridotti al crollo, a causa di una natura che non ci è più né amica né matrigna”, ridotti a marionette che recitano la parte insensata di un mondo che si svuota: tra tanti uomini di fumo ove l’irrequietezza femminile sembra una via d’uscita, ma che poi inaspettatamente tutto crolla addosso, perché la vita è sogni e miserie.
Un sottile percorso sapienziale, senza l’illusione di aver afferrato il bandolo della matassa, ove tra sofferenza e debolezza possano scaturire umanità, un poco di verità, perennemente camuffata dalla farsa di figure di fumo e vapori destinati a lasciare un segno in tanta insensatezza del nostro vivere attuale.
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MARIO RONDI
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