RAFFAELE PIAZZA: "ALESSIA E MIRTA". IBISKOS-ULIVIERI. Empoli. 2019 poesie
Un canzoniere d’amore che si distende su una versificazione morbida, aderente, tutta volta a reificare passione, concretezza, genuinità, stati d’animo che danno nutrimento e sostanza alla ecfrastica rappresentazione di un eros policromo, plurale, proteiforme. Tutto è reale, vissuto con abbrivi emotivi tenuti sotto controllo da un verbalismo che fa da argine allo straripamento dei sentimenti. Nonostante questo, non mancano poesie di vero lirismo, di abbandono ad anime femminili che sanno volare verso ambiti di netta azzurrità. Alessia e Mirta il titolo della plaquette: due figure femminili che occupano ed hanno occupato la storia sentimentale di Piazza. 40 pièces, in tutto. 34 dedicate ad Alessia, appena 6 a Mirta. Credo non sia improprio tirare in ballo il realismo lirico di Capasso per dare l’idea della ontologica ricerca dell’autore. C’è la vita, con tutti i suoi risvolti, c’è una parte di ognuno di noi fra i versi, e non è difficile ritrovarcisi coi nostri travagli interiori o con le nostre vicende amorose, esistenziali. Il poeta ne ritrae gli aspetti più concreti, più veri; anche l’amore è ora carnale, materiale, ora spirituale, traslato in mondi aerei, contornati da tocchi panici che ne ravvivano le cromie. Il linguismo è nuovo, autentico, libero, siringato, ricco di invenzioni lessico-foniche di effettiva visività. Ci vengono incontro unità sintagmatiche e accorgimenti stilistici improvvisi, inaspettati; creazioni di un uomo-poeta che allunga il tiro oltre la canonica morfosintassi per scoprire aree inesplorate, e da lì attingere colori adusi a dipingere emozioni o realtà oggettive. In aiuto vengono anche avverbi di luogo, di tempo, o di cinestesica intrusione, per dare maggior concretezza al flusso del tempo. D’altronde siamo mortali, e si nota questo senso di precarietà, di futilità, di passaggio di un’ora che credevamo eterna nel tempo degli amplessi. E tutto ciò contribuisce a rendere ancora più umano, più aderente, più consistente il fatto di esistere con tutte le pieghe che comporta. È inevitabile misurarci col tutto, ed è faticoso accettare la nostra miopia di fronte alle estensioni che superano il potere umano. Quindi silloge plurale, erotica sì, ma non solo; partendo dal fatto amoroso, dalla polivalenza che questo fatto comporta, si amplia verso mete che toccano ogni ambito del vivere, anche la morte, che non è altro che l’altra faccia della medaglia; il traguardo che ci aspetta col correre dei giorni:
"Ora passano i giorni
senza te e non si ricompone
l’affresco del tempo che nelle
nostre risate si fermava
nella gioia.
Grazie per avermi dettato
questa poesia".
*
(riportiamo da : "Alla volta di Leucade")
*
NAZARIO PARDINI
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