POESIA = RAFFAELE PIAZZA
"Alessia e la conchiglia rosa"
Dono di Giovanni rosa conchiglia
a ragazza Alessia nell’aprire
guardandolo negli occhi il pacchetto.
Tocca le valve della conchiglia
nello scendere nell’anima
della conchiglia la tinta leggera
a rianimare Alessia dopo della
maturità l’esame.
Ora l’aspetta l’esame con la vita
infinita e le si fanno stelle
gli occhi.
*
"Fiore di figlio"
Poi, scattante, ti sveglierai domani
mattina nei tuoi anni 19
contati come semi. Mi guiderai
sul sentiero della vita, spazio
scenico per prove di danza.
Tenendomi per mano mi condurrai
fuori dal parco, nella ressa delle
strade senza paura, fiore di figlio
non voluto e amato a dirmi
come scrivere la vita.
Sorgivo anelito a iridarsi in sette
tinte in magico stupore,
nei miei i tuoi occhi.
Guiderai l’auto come un jet
nel cielo dell’esistere, mi
consiglierai quale abito indossare
e cosa fare nel weekend. Attimi
di feritoie, momenti perfetti
nel contemplare, l’icona restituita
del tuo sguardo.
Grazie.
*
"Alessia gioca con la vita"
Carezza la testa dell’azzurro
gatto Neko e lui fa la fusa
gioco fiorevole di Alessia
senza pericolo di sorta o
nuota in di Capri il mare
come distesa di silenzio
Alessia e c’è pace
nella calma delle acque
gioco di pacifica natura.
Ma c’è pericolo in dell’
amore il gioco e se lui
non sta attento Alessia
ci resta e non è il tempo
dei figli. Lo guarda negli
occhi e con lo sguardo
connivente gli dice che
lei ha avuto l’orgasmo
e lui può uscire e così
esiste Alessia.
*
"Alessia e il soleggiato paesaggio"
Il luogo è Napoli, l’anno il 2019
l’ora le 18 nella tersità dell’aria
intravista dal balcone – visore di
Alessia, quasi acquario sulle cose
del mondo. E il cielo vira la tinta
verso il serale cobalto per Alessia
nel farsene una veste per la festa
della vita se non è nuotando esistere.
Insiste un cutter sul mare per la
navigazione fino al porto dissepolto
e il gabbiano senza nome si libra
per nuovi orizzonti come quelli
di ragazza Alessia iridati e la marina
di Mergellina regala speranze
a naviganti e pescatori nel gettare
la canna fino al terzo millennio
di parole.
*
"A Pierpaolo Pasolini"
Vedi, Pierpaolo, a Ostia è il
nulla, una culla di pensieri
sciama nel Terzo Millennio
eri felice, Pierpaolo? Saresti
vivo in questo postmoderno
senza usignoli senza la mano
e la manna dell’innocenza
a tessere testi per Garzanti
e sul Decamerone
mirabili pellicole.
Poesia in forma di rosa
un attimo un barlume,
l’esatta verginità morale del tuo
esistere eri l’angelo del nulla
sorridevi in questo ti differenzi,
da Pavese, tu, profeta sanguato dei giorni
e cosa diresti vegliardo nel 2019?
Pierpaolo angelo
tra penna e cinepresa, Corriere
e ragazzi di borgata, privata
felicità nella diversità eri felice?
Ceste di mele di fortuna
ti donerei questi versi
piango come chi crede nell’arte tua
le ceneri tue insieme a quelle di Gramsci
a vedere nel fondo della Storia
un mistico furore di generazioni
senza passato Pierpaolo
oltre la vita e la morte
ai blocchi di partenza e sono morti
Penna e Bellezza e Moravia.
Pierpaolo, in quel chiaroscuro
aurorale che dà barlumi per esatta
coincidenza era il 1975 il. giorno
dell’infanzia e mia nonna disse
che eri morto, sovrana innocenza
penna nel quaderno di me stesso
a non sapere come nascono i figli.
*
Raffaele Piazza
2 Commenti:
Bella e potente questa dedica a Pierpaolo. Piazza lo apostrofa "angelo del nulla", differenziandosi da Pavese. Si chiede e gli chiede cosa direbbe lui, profeta, oggi nel 2019. Era il 1975 quando sua nonna gli comunicò, lui ragazzino innocente, che Pasolini era morto.
Perme una frai tuoi testi migliori, Raffaele. Mi piace la sua intensità, ma anche come sai giocare con le frasi e le parole. Bellissima la chiusa.
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