SEGNALAZIONE VOLUMI = ORONZO LIUZZI
Oronzo Liuzzi – Lettera dal mare---Oèdipus edizioni – Solofra (AV) - 2018 – pag. 63 - € 12,00
Oronzo Liuzzi, nato a Fasano (BR) nel 1949, vive e lavora a Corato (BA). È laureato in Filosofia Estetica. Artista poliedrico, durante la quarantennale attività, ha esposto in numerosi musei e gallerie a carattere nazionale e internazionale. È stato presente in varie edizioni della Biennale di Venezia. Ha pubblicato numerosissime raccolte di poesia.
Nella nostra contemporaneità, quando i mass – media focalizzano quotidianamente la loro attenzione sullo scottante tema dei migranti, uomini, donne e bambini derelitti che, in condizioni disumane, lasciano la Siria e altre terre per fuggire dal flagello di una terribile guerra, Oronzo Liuzzi con coscienza non solo letteraria ma anche civile ci offre il libro di poesia affascinante, doloroso e umanissimo intitolato Lettera dal mare.
Non si tratta di un’opera politica in quanto l’autore non prende posizioni di parte schierandosi con la destra o con la sinistra, non si pronuncia sul come e sul dove bisogna aiutare questi esseri che sembrano perdere i connotati di persone, piuttosto Lettera dal mare pare diventare un poemetto con il quale l’autore cerca di penetrare personalmente nelle realtà dei migranti entrando empaticamente ed affettivamente in contatto con loro.
Non ci si chiede qui se si stia realizzando con il fenomeno dell’immigrazione un’invasione islamica dell’Occidente cristiano, come molti credono e come era stato affermato dalla scrittrice Oriana Fallaci o se si debba invece accogliere con carità cristiana lo straniero diseredato non per buonismo ma per umanità.
Invece qui si parte dall’assunto che ognuno di noi è un migrante, come scrive Liuzzi prima della stesura delle poesie.
Quindi viene realizzata la concezione della vita come viaggio, tragitto che va dalla nascita alla morte e che riguarda tutti gli esseri umani sia gli abbrutiti siriani, sia i privilegiati occidentali dei quali fa parte l’autore stesso.
L’io – poetante sente fortemente il dramma in questione e iterativa è la presenza nelle poesie del sintagma mio fratello, che talvolta diventa quasi martellante.
Il Nostro penetra nel pensiero del fuggiasco quando afferma che egli è stanco di vergognarsi della sua razza, delle guerre del suo paese, del puzzo della polvere da sparo, di subire inaudite umiliazioni e di aspettare.
Tuttavia c’è un barlume di salvezza nella mente del siriano quando pensa che ama respirare l’odore del mare e che è libero di correre la meta l’andare.
La scrittura di Liuzzi è chiara e narrativa, veloce, leggera e icastica, affabulante e connotata da una forte magia mista a sospensione e i versi dei componimenti, che iniziano tutti con la lettera minuscola, elemento che crea il senso di una misteriosa provenienza, sono disposti orizzontalmente per tutta la lunghezza delle pagine senza a capo.
Gli stessi versi scorrono sempre in lunga ed ininterrotta sequenza senza traccia di punteggiatura e tutte le composizioni sono senza titolo.
Il libro è movimentato e reso vario da testi che sono citazioni da diversi autori come Ivano Fossati e Franco Battiato.
Presente è il tema della fisicità e vengono detti con urgenza i corpi stremati degli infelici stipati sulle navi in condizioni inimmaginabili per chi vive nell’opulenza e sulle quali Oronzo ci invita a riflettere.
*
Raffaele Piazza
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page