SEGNALAZIONE VOLUMI = CARLA MUSSI
Carla Mussi – Il cattivo dono--- puntoacapo Editrice – Pasturana (AL) – 2019 – pag. 81 -. € 14,00
Il cattivo dono è una raccolta di poesia non scandita che per la sua unitarietà strutturale e contenutistica potrebbe essere considerata un poemetto.
Illuminante la postfazione di Valeria Serofilli che scrive che è quasi un ossimoro il titolo del libro già vincitore del secondo premio sezione silloge inedita all’edizione del Premio Astrolabio 2013.
Chiarezza e nitore e una vena quasi prosastica connotano la scrittura della Mussi imbevuta di narratività e intrigante anche per l’uso della rima, fatto raro nel nostro panorama letterario e che movimenta l’andamento.
Serpeggia nel testo costantemente il tema del male quando, per esempio, l’io – poetante afferma di essere inseguito dagli assassini o quando dice di essere il burattino benché di legno appeso al suo cappio omicida.
Sono chiari qui i riferimenti al Pinocchio di Collodi ma qui Pinocchio non diventa bambino.
Oltre a quanto suddetto il tema dell’eroe collodiano emerge nel componimento Il premio quando la poetessa afferma che quando potrà scavare nel campo dei miracoli non troverà le sue monete d’oro ma nella terra ci sarà un coltello simbolo della cattiveria e della morte.
Una vena di morbosità sembra prevalere e lo stesso cattivo dono si fa dono del turbamento.
Il filo rosso delle composizioni iniziali è proprio quello dell’identificazione dell’io – poetante con lo stesso Pinocchio.
Ma la maggior parte delle poesie sono delle riflessioni in versi sul senso della vita e allora il filo di montaliana memoria si dipana tra i pensieri del buio come un arcolaio.
Anche Dio diventa dono cattivo quando la poetessa scrive rivolta a Dio di stringerla forte prima di ucciderla.
La poeta chiama il Signore Dio di violenza e Dio d’inesistenza e gli dice d’inchiodarla al letto come un’amante.
Anche un’ironia mordace emerge dalle poesie che si coniuga alle situazioni della vita tra detto e non detto.
E il male riemerge in un contesto religioso quando l’io – poetante dice che sarà il ladrone che non si pente durante la crocifissione.
Poetica di antitesi anche nell’affrontare il tema della vita e della morte quando la poetessa afferma che i vivi ci lasciano soli e che i morti stanno con noi continuamente nell’affrontare il lato del misticismo.
Viene detto dalla Mussi suo padre inserito nel contesto tragico della guerra e del coprifuoco e raramente emerge un tu che potrebbe essere quello dell’amato e del quale ogni riferimento resta taciuto.
Il tema del male si specchia in quello del pessimismo quando Carla nomina la serpe che morsica a tradimento e rivolta al tu dice che la vita è solo il ricordo che hai mentre cadi.
E viene detto il peggio in Terrestre: se l’inferno è terrestre/ qui si piantano le croci/ qui piantano coltelli.
Ma è il contrario di un gemersi addosso; è invece la consapevole sublimazione del dolore e la poesia stessa ancora salva.
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Raffaele Piazza
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