SEGNALAZIONE VOLUMI = STEFANO VITALE
Stefano Vitale – La saggezza degli ubriachi--- Ed. La Vita Felice – Milano – 2019 – pag. 79 - € 13.00
Stefano Vitale (1958), vive e lavora a Torino. Ha pubblicato numerose raccolte
di poesia tra le quali “Angeli” nel 2013 che ha dato vita a uno spettacolo di teatro –
danza andato in scena al teatro Astra nel maggio 2014. Sue poesie sono state pubblicate
su riviste a antologie. Per le scuole e le biblioteche conduce laboratori e corsi di lettura,
scrittura creativa e ricerca poetica.
La saggezza degli ubriachi, la raccolta del Nostro che prendiamo in
considerazione in questa sede, è scandita nelle seguenti sezioni: quella eponima,
Guerre civili, Punti di vista, Dal terrazzo, Moments musicaux.
La raccolta inizia con la poesia eponima nella quale è esplicito il riferimento
dell’io – poetante alla sua propriocezione al momento del risveglio mattinale quando
afferma di sentire il corpo come un peso abbandonato alla deriva della prima luce.
Nel componimento seguono versi nei quali s’intendono la vita e la giornata come
difficile lotta quando sono detti piani segreti metaforici, mappe di resistenza, campi
minati e barriere di filo spinato. Per poi alla fine richiudere la porta sul mondo e deporre
un fiore rosso ai piedi del letto della nostra piccola pace.
Una vena esistenziale è detta dall’io-poetante fortemente autocentrato
nell’incipit di una composizione: - “Ci muoviamo verso il fondo/ ignari archeologi di
noi stessi/…- “.
Tutto il discorso condotto dall’autore è sul senso della vita umana e il poeta nel
suo solipsismo si ripiega su sé stesso in modo del tutto antilirico e anti – elegiaco.
Quello che vale per Vitale vale per tutti quando Stefano afferma: - “Desideriamo
soste felici di sospensione/ nella congettura che gli altri hanno di noi/.”.
Quindi una vena intellettualistica e riflessiva è la cifra essenziale della raccolta,
uno scavare nei meandri della psiche.
Scrive Alfredo Rienzi nella prefazione che l’obliquità del titolo del libro,
suggestivo e provocatoriamente ossimorico, è la lente prismatica che Stefano Vitale ha
usato nella poiesis di questa raccolta e che consegna al lettore perché possa accedere
agli strati della realtà esplorata e narrata.
I componimenti sono quasi sempre privi di titolo e ognuno di essi si può definire
una meditazione ontologica sull’esserci nel divenire della vita e la forma dei versi è
avvertita, raffinata e ben cesellata nel procedere per accumulo dei dettati
filosofeggianti.
La raccolta ha una vaga affinità con quella di Flavio Ermini Il compito terreno
dei mortali quando il poeta scrive: - “Il nostro compito è scambiare parole/ tra le pareti
delle strade e i bordi delle stanze/…”.
Ovviamente a livello formale i due autori sono molto distanti tra loro.
È una costante nei componimenti il loro decollare sulla pagina nei loro inizi per
poi planare con dolcezza nelle chiuse.
Per l’unitarietà del carattere contenutistico e formale di ogni singola
composizione il libro potrebbe essere considerato un poemetto nel suo delinearsi toutcourt come intelligente esercizio di conoscenza.
*
Raffaele Piazza
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