SEGNALAZIONE VOLUMI = DOMENICO CIPRIANO
Domenico Cipriano – La grazia dei frammenti-(poesie scelte 2000 – 2020)--Giuliano Ladolfi Editore – Borgomanero (No) – 2020 – pag. 141 - € 12,00
Domenico Cipriano, Guardia Lombardi (1970). Ha pubblicato in poesia le seguenti raccolte: Il continente perso, 2000, L’enigma della macchina per cucire, 2008, Novembre, 2010, Il centro del mondo, 2014, November, 2015, L’origine 2017. Inoltre ha realizzato il CD di jazz-poetry J Phard – Le note richiamano versi, 2004 e dal 2010 guida la formazione “Elettropercutromba”.
La grazia dei frammenti, il libro di Cipriano che prendiamo in considerazione in questa sede, presenta una prefazione di Luigi Fontanella esauriente e ricca di acribia.
Si tratta di un libro strutturato attraverso la selezione di poesie scelte tratte dalle varie raccolte di Domenico e quindi è un po’ il punto di arrivo del poiein dell’autore, utile per il lettore nell’entrare approfonditamente nel merito della sua poetica.
E il tipo di libro in questione è correttissimo eticamente per la sua globalità e completezza di stimoli che può dare al lettore, prodotto riuscitissimo di quella che si può annoverare tra le voci più interessanti della poesia italiana della contemporaneità.
Come scrive Luigi Fontanella quella del Nostro si può considerare una poesia matura, dolce e amara con i suoi squarci d’improvvisa tenerezza; e, al contempo, frutto di un distillato, sapiente confronto con i valori essenziali della vita, ben consapevole, l’autore, ch’essa è sempre “minata” dal suo finale, fatale destino.
el suo libro di esordio (premio Camaiore), opera fortemente intrisa di realismo il Nostro si esprime con una cifra essenziale venata da lirismo ed elegia, del tutto legata ai luoghi dell’Irpinia. Si sente molto fortemente in questo testo, l’influsso dei luoghi stessi sulle persone: è affrontata anche la tematica del passare delle generazioni, che sembrano trasmigrare l’una nell’altra anche se, come afferma Alessandro Carrera, le poesie di Cipriano non hanno una natura unicamente domestica.
Tale vena sembra essersi diluita nelle poesie recenti del Nostro, anche se è ancora presente, in una certa misura.
Come scrive Daniela Monreale con notevole acribia, il poeta ricerca i luoghi interiori nel riflesso di quelli esteriori, con sicura, lucida consapevolezza del tutto intrinseca di questi ultimi, senza però scivolare in toni di autocommiserazione, anzi con piglio ironico.
Anche il tema naturalistico è presente e quella ci presenta il poeta è una natura rarefatta.
L’io poetante sembra in molte poesie di Cipriano ripiegarsi su sé stesso in un intenso solipsismo e in questa contingenza non è assente il senso della corporeità, punto di partenza per relazionarsi con l’alterità che può essere la natura stessa, la persona amata o la carissima figlia.
Quello che sorprende è la presenza di una forma controllatissima e tutte le composizioni sono magistralmente risolte.
La densità metaforica, sinestesica e semantica prevale in un versificare che ha a volte ha qualcosa di anarchico.
A volte la vena di Cipriano sembra avere una dose di surrealismo come ad esempio in Gli alberi di cera che fa parte della sezione Natura domestica e lampioni parte della raccolta Il centro del mondo. In questo componimento il poeta dice di avere un colloquio elementare con gli stessi alberi di cera e questi ultimi sono il simbolo di qualcosa d’imprecisato e vago e viene in mente il poeta Ponge che affermava che sarebbe bello se gli alberi potessero parlare.
Variegatissima questa antologia nella quale Cipriano sa raggiungere anche la capacità di trattare di componimento in componimento una realtà varia e anche magica e di innegabile fascino.
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Raffaele Piazza
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