SEGNALAZIONE VOLUMI = FABRIZIO BREGOLI
Fabrizio Bregoli, Notizie da Patmos, La Vita Felice, Milano 2019
Verrebbe da pensare, soffermandoci sul titolo del libro, che si tratti del resoconto di un viaggio, stazione provvisoria o permanente della mente, poco importa. Un fermo immagine - da uno dei più bei luoghi del Mar Mediterraneo, da sempre crocevia del mondo, di antichissime leggende e culture; e perché no, di sogni inaspettati e di nature meravigliose. Se è pur vero che, se non si tratti esattamente del taccuino di un viaggio, (inteso in senso geografico), siamo comunque, invitati in un altrove tangibile, metafisico, e reale. Sappiamo bene che ogni scrittura che si rappresenti, evolve con una certa necessità del distacco, voragine della distanza, da cui emergere, empiere a quel vuoto, (o sogno), che ogni essere umano porta con sé. Ciò nonostante, l’esigenza del distacco, del confine o demarcazione, sembra proprio suggerirci il bisogno di indicare la stretta, le differenze, consapevoli che non basta: …C’è bastato credere/ franca una terra di nessuno, noi/intatti territori d’oltremare, / colonie di un’uguale solitudine. (Pag.35).
La poesia di F. Bregoli dal punto di vista stilistico, già nelle prove precedenti, si compone in forma di esattezza metrica sapientemente dosata, frutto, forse, della sua formazione scientifica, del suo amore per i classici; o anche in rapporto ai suoi illustri compagni di viaggio, (come sembra riferire Piero Marelli nell’introduzione al testo), ma essa resta pur sempre in attesa di un annuncio, di un miracolo o di una rivelazione.
Lo stesso autore afferma in apertura del libro, di aver avuto sempre il tarlo delle scienze esatte: Stechiometria, grammatica, calcolo differenziale, logica formale. E l’algebra. Soprattutto l’algebra. L’algebra è, nel suo stesso atto costitutivo, anello di congiunzione. Arte della riparazione, simile alla Poesia. Da quest’assunto, o logica, e direi atto di fede, si snoda la trama invisibile del libro. Diviso in ben otto sezioni, a dimostrare la necessità del suo lungo travaglio e tragitto: Sette paia di scarpe ho consumate/di tutto ferro per te ritrovare:/sette verghe di ferro ho logorate…/ Cinquanta poesia/tutto quanto ho scritto (pag. 15). Da qui appaiono le avvisaglie di una fatica, la ricerca di una verità che non logora, ma che declina la necessità del suo lungo peregrinare, agire, per giungere a noi. E cinquanta nella perfezione e ambiguità dei numeri, sembra essere la misura esatta: […] Cinquanta è anche, nella fisica delle particelle, numero magico, sa dare stabilità ai nuclei. Terra salda. (pag. 17). Poesia colta e raffinata, ricca di rimandi etimologici, e che per alcuni numerosi aspetti, svela un suo segreto carattere liturgico, dichiarato e non. Un indicativo esempio: Offertorio delle ceneri (pag. 66): “Di questo scrivo / di ciò che non si compie. Del coraggio / che non si fece verso, vi si perse /per difetto di vita, debito di cielo” e, ancora, Preghiera da una fine (pag. 82): “Ti prego dal rovescio del miracolo, / ti porgo la sua lebbra intatta. Ne sillabo / l’opaco, una novena di gelo. Prego /come si raccoglie un grano da zolle / malvagie, come si pigia da un’uva / sterile. […] Prego - e dovrei dire scrivo - / perché il silenzio è denso, immedicabile / più nulla è da difendere, / soltanto la disciplina del fuoco, / il suo Angelus di cenere / candela diligente della fine.”
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Lina Salvi
1 Commenti:
Grazie di cuore a Lina Salvi per le sue parole e alla redazione di Poetrydream per l'ospitalità, con un pensiero particolare a Antonio Spagnuolo.
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