SEGNALAZIONE VOLUMI = ALFREDO PANETTA
**Alfredo Panetta: “Ponti sdarrupatu” (il crollo del ponte)- Ed. Passigli 2021 – pagg. 192 - €18,50
Scrittura scattante avvinghiata alla musicalità di un vernacolo molto serrato, che con la poesia diventa frequenza all’interno della quale si coglie il coraggio di una semplice interpretazione della realtà.
Sono 43 poesie che raccontano il percorso umano della negativa esperienza conclusa con il crollo del ponte Morandi di Genova, una specie di servizio giornalistico e riepilogativo che mette al centro le 43 persone vittime dell’incidente. 43 “pilastri” che urlano al vento e registrano la memoria, in pochi rapidi flash, dei singoli individui.
“C’è sempre nei versi dialettali di Panetta – scrive Giovanni Tesio in prefazione – la concretezza estrusa di una parola incarnata, che coltiva gli schianti e che pare sporgere dalle rughe o dalla crepe profonde del vivere…” Ma la versione in lingua che segue ad ogni pagina è determinante per la comprensione del dettato, così attenta e prestigiosamente significativa nella sua misura del verso.
Panetta riesce a concludere la splendida sospensione dell’accaduto con un policromatico sussurro che diventa di volta in volta urlo, denuncia, allarme, illusione, vibrazione, disperazione, sfrontatezza, follia di una piaga, ipocrisia di un’avventura. La partecipazione emotiva ha il suo abbraccio timoroso: “Contano gli sguardi/ i ricordi condivisi/ conta il dolore che saprà/ illuminare i volti./ E contano le talpe/ che nutriamo nei sogni.” “Io sono quel soldato giapponese/ che dopo quarant’anni/ faceva la guerra al bosco/ e alle sue ombre. Chiedo aiuto/ a finire questa poesia, ciascuno/ c’infili gli aghi che crede…” Le sue parole qui non hanno fretta e cercano di allontanare quelle ombre che potrebbero offuscare la realtà di un avvenimento che potremmo catalogare come socio-politico, nell’accento di una denuncia alla natura predatoria del politico e della incapacità di provvedere alla realizzazione di un equilibrio stabile. Le singole voci hanno tutte un richiamo ben preciso , indicando con attenzione i vari nomi che hanno disgregato la propria esistenza: a Stella di Napoli e al fidanzato, a Mireo operaio, a quattro ragazzi di Torre del greco, ad Alessandro Campora, a Francesco, a Giorgio maestro d’ascia, a quattro ragazzi francesi che dovevano imbarcarsi per la Sardegna, ad Andrea, Claudia, Emanuele e Camilla, ad Alessandro di 50 anni, a Vincenzo camionista.
Immagini scaturite da intense percezioni sensoriali ed espresse da parole potenti ed incisive, tali da apparire come pennellate di un pittore espressionista. Capacità di rendere il segno duttile e comunicativo ad ogni livello.
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ANTONIO SPAGNUOLO
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