giovedì 29 dicembre 2022

SEGNALAZIONE VOLUMI = ALDO G. JATOSTI


**Aldo G. Jatosti – "Madri" - con poesie di Francesco Terrone su mamma Flora- iris edizioni – 2019 – pag. 423
Aldo G. Jatosti, curatore del testo che prendiamo in considerazione in questa sede, è un umanista romano. Poeta, saggista, critico letterario e d’arte, ha fondato l’Accademia Romana di Cultura Medievale, i premi di poesia “Calapetralana e Palau junior” ed è Segretario generale dell’A.I.AM. Accademia Internazionale d’Arte Moderna, con sede in Roma.
Ha diretto per anni la rivista europea “Regione oggi” ed ha tenuto decine di conferenze in tutta Italia sulla civiltà medievale e altrettante lectiones Dantis.
Collaboratore dei periodici “La Carta”, “Notiziario A.I.A.M” e “International urbis ed artis”, i suoi saggi, presentazioni, articoli, esegesi e poesie sono presenti in diverse antologie e pubblicazioni. La sua più corposa opera di esegesi artistica è “Naturaliter”, edita nel 2009. La pubblicazione più recente è “Beata Maria Luisa Merker” del 2012.
Francesco Terrone è nato a Mercato San Severino (SA) il 05 giugno 1961.
Ha conseguito la Laurea in Ingegneria Meccanica presso l’Università Federico II di Napoli e vi ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione.- Ha fondato con orgoglio la Società di Ingegneria Sidelmed S.p.A.
È autore di numerose raccolte di versi. La sua produzione poetica è trattata in varie opere pubblicate da Guido Miano Editore tra cui Storia della Letteratura Italiana. Il Secondo Novecento, vol. IV (2015), Itinerario Organico delle Critiche Letterarie alle Poesie di Francesco Terrone (2016). Dizionario Autori Italiani Contemporanei (2017), Analisi ragionata dei saggi critici riguardo a Francesco Terrone.
Madri è un testo composito e articolato incentrato sulla figura della mamma, della genitrice indagata e analizzata nella sua psiche con uno sguardo aperto al fenomeno madre in ogni tempo, cultura e religione, la madre come archetipo e come essere sacro nella sua potenzialità del procreare, la madre cantata e decantata da molti poeti per arrivare alla sua essenza di creatura e di persona. Il volume include poesie di svariati autori di ogni tempo e nazionalità oltre a quelle belle e commoventi di Francesco Terrone su mamma Flora e presenta una prefazione di Fabio D’Autore, docente presso l’Università di Salerno e una postfazione di P. Vincenzo Bertolone S.d.p. Arcivescovo di Catanzaro Squillace.
Per renderci conto del valore e della complessità intrinseca del libro, per entrare nel merito della sua completezza e profondità, nonché della sua acribia è il caso di riportare il suo indice per giungere ad uno sguardo che ne capti ogni sfumatura, nel suo insieme, anche se vista la sua complessità servirebbe un pezzo delle dimensioni di un saggio per un esauriente lavoro di scavo e non solo una recensione perché è un testo veramente denso e corposo caratterizzato da un forte spessore concettuale.
Nella prima parte, preceduta dalla prefazione e dall’introduzione, leggiamo: 1. Cenni linguistici e pedagogici, 2. La Bibbia, 3. Madri nel mondo giudaico,, 4. Profilo spirituale di Maria, 5. Maria nei vangeli apocrifi, 6. La figura materna nelle altre religioni universali, 7. Madri nelle mitologie. Nella seconda parte ritroviamo, 8. Altre madri, nella terza parte 9. Madri nelle letterature, nella quarta parte 1. Flora, 2 Mamma Flora Terrone, 3. Poesie scritte da Francesco Terrone alla madre, 4. Esegesi di Aldo G. Jatosti.
Un volume originale nella sua completezza che diviene una mappa variegata per comprendere la figura materna nella sua straordinaria pregnanza nell’accostarsi empaticamente ad essa attraverso la poesia e le religioni.
*
Raffaele Piazza
*
Poesie di Francesco Terrone dedicate a mamma Flora
1. "Nella speranza"
O mamma,
sono qui, in questa camera ardente,
vicino a te
nella speranza
che qualche cosa accada
rimani ancora un po’ con i figli tuoi,
figli che hai accompagnato nella vita
e loro ti hanno esaltato
nel vincere le bufere del mondo
che si ostina e si ostinava a divorare le gracili carni,
Dammi, fammi vivere ancora un po’
la felicità di avere una mamma!
*
2, L’,
"L’ultimo sguardo"
L’ultimo sguardo e poi la fine!
Chiusa in una bara ad aspettare
che la stessa carne divori la carne,
pietra su pietra
che si consuma
fino a divenire cenere,
un pugno di energia
pronto a rientrare sull’altare della vita.
Sembrava tutto finito,
ma la morte non è altro
che l’inizio di una nuova vita.
Il tempo che ci trasforma è la nostra anima,
quel soffio divino che non smette mai di soffiare,
nemmeno quando il nostro pianto
tenta di dire: “è la fine”
*
2. "Mortali spoglie"
Senza parole, immobile,
osservavo le tue mortali spoglie.
La notte ingoiava il giorno
il vento e l'acqua
impietosi
si scatenavano,
si abbattevano sul funesto pianto
il mio animo sconfitto e stanco
attendeva il mattino.
*

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