POESIA = SERGIO GALLO
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I-
Come tardigrado a spasso su un filo di muschio
non chiedo per quanto resisterò
a carenze d’ossigeno, d’acqua o cibo
mutate condizioni di pressione, temperatura.
Esposizione a perniciose radiazioni
subdoli virus, batteri patogeni.
Metalli pesanti, veleni sottili.
Effetti collaterali imprevedibili
di farmaci e differenti sostanze attive.
Non bado alle ombrose screziature delle mie
retrattili protuberanze telescopiche.
Sicuro oggi di avere per nutrimento
protozoi, nematodi, rotiferi o qualche mio
tarchiato consimile d’acqua dolce
ma che sarò io domani il nudo pasto
sull’apparato succhiante d’un dio
bramoso d’anime, io, con le mie
singolari esperienze, capacità
dell’evoluzione d’altre future specie
sottile anello di congiunzione.
**
II
E invece nel buio brancolo
di labirintiche spelonche
da scheletro chitinoso avvolto
da cartilagini membranose;
ipogea creatura mi acquatto
tra i soffici limi d’un carsico fiume
tra falde freatiche e pozze sulfuree.
A sovrastarmi il minerale elevarsi
di luminescenti absidi, di navate
rocciose, ritmici stillicidi
d’altre cripte oscure; le stalattiti
pronte a esplodere
in florilegi di cristalli. L’anima
un bianco Niphargus2 privo di occhi.
*
SERGIO GALLO
dal volume "Eden"
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