SEGNALAZIONE VOLUMI = STEFANO TACCONE
**Stefano Taccone : “Sciogliete le rime” – Ed. Campanotto – 2023 – pag. 208 - € 18,00
Le pulsioni che scompaginano l’attrazione fatale, in un flusso incantevole e multicolore, in una strana trasversalità che diventa esplorazione immediata, si presentano con i tratti di una eleganza morbida e calcolata. Raccogliendo versi con i quali sicuramente la fantasia viene stimolata, e l’immaginazione invita a immergersi nel ritmo incalzante di variopinte figurazioni.
“vi chiedo un favore/ che non vi so fare/ sciogliete le rime/ stento ancora a dire/ che le cose di prima/ non ci saranno più// sciogliere per poi/ precipitare in un indistinto/ smetterla per vivere/ senza alcun formalismo/ chiudere per meglio/ avvertire luce dentro// ma poi resto ancora/ sospeso al cangiare/ del mondo che pare/ ancora prematuro/ per smettere di sparire.”
L’invito è ricamato in un’atmosfera alla quale vorresti partecipare, ma tentenni per le sue migliori occasioni e la fiducia barcolla in alternative cristalline o nel dubbio di scorie nucleari che possano far vibrare anche la scienza, trasportando il tuo inconscio in una verifica della poesia che in queste pagine riesce a regalare il piacere dell’emozione.
Sette sezioni: “Sensi alieni”, “Malarie e malacque”, “Ritratti di strappo”, “Eroici febbroni”, “Bestiumanari vari”, “Canti di accanimento”, “Il bello è giunto”, sono intervallate da variegati “intermezzi” in prosa, con i quali l’autore intrattiene colloqui diversificati e puntuali negli scorci, che vanno dalla confessione autobiografica alla estensione dei confronti, dalla ricostruzione delle immaginazioni oniriche alla giusta rivalsa dell’illusione, dal mottetto filosofico alla proiezione di suggestioni multiformi.
La poesia di Taccone in questa raccolta si offre con un suo stile particolare che accarezza la sperimentazione ma insiste nel leggibile, con una continua insorgenza di immersioni nella parola scritta e pronunciata per configurazioni specifiche, mera dinamica di scenari contrapposti al pensiero o immediatamente lambiti dalla tensione narrativa, così che il ritmo risulta vibrante nelle composizioni.
Quasi un balbettio: “Distanziamento salivale/ tamponi precoci/ test analogici/ anticorpi ansiosi/ battige di amuchina/ larvali le mani/ mezzi arruffati/ banchi indisposti/ corrida notturna/ congiunti erbicidi/ conviventi prudenti/ pargoli increscenti/ dente di immunità/ assemblee di dementi/ ospedali allo scasso/ stage in rsa/ screening di glassa/ cabotaggi in risalita/…” che accenna alla vertigine del dicibile, ed ecco che si alterna al ritmo musicale: “Mi candido perché amo/ così tanto la mia terra/ che scatenerei una guerra/ mi candido perché sento/ il dovere di restituire/ al paese in cui sono nato/ un po’ di quella che mi ha dato/ mi candido per il bene altrui/ perché credo nell’impegno/ perché fa male al cuore/ vedere tanto ingegno/ costantemente sprecato/…”
Una sorta di considerevole lampeggio si approssima nel senso semantico, ascoltando il segreto che il poeta cerca di palesare, per una scrittura che incide immagini oniriche, surreali, caotiche, giocose, favolose, orecchiabili, quotidiane, con il sussurro che deve essere interpretato ed aperto come frutto di melograno, colorato di una sua propria identità.
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ANTONIO SPAGNUOLO
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