POESIA = OLGA KARASSO
**GUERRA**
Camminammo stretti
gli uni agli altri
un umido uragano
d’orrore.
Sfilarono
sotto cieli d’acciaio
le mandrie dei deportati.
Fummo profondi occhi
d’autunno
dietro persiane chiuse.
Fummo rami librati
d’inquietudine
tra fili spinati.
Un turbine di spari
di pianti.
Sussulti di vita
poi silenzio.
L’Europa pianse.
E la ripresa.
Ognuno contò i suoi morti.
Passammo anni a fare
funerali.
**
**PACE**
Casco di soldato piantato al suolo
come carciofi caschi da soldato
come una foresta di funghi
e miliardi di occhi segmenti
fissano una chiesa gotica con un gallo
d’oro in cima.
Un trapezio di fuoco in un prato
verde è una nave che urla
mentre affondiamo.
Un uomo in tunica nera prega
una madonna nera
racchiusa nella sua mano destra
e la sua sete invoca una cascata di
lune su di un precipizio.
Marce lunghe marce per la pace
per la guerra per il silenzio
per il bianco il nero il rosso
il giallo e tutto ha soltanto un colore
quello del sangue
un profumo quello della morte.
Pace pace pace pace pace pace…
grida qualcuno sotto le finestre.
**
"Grazie a chi non c'è più"
Né giorno seppur caotico né ora
di gravi preoccupazioni malattia
o allegra costruita socievolezza
che dimentichi tutta intera
chi emozionò diede senso e scrisse
lettere cubitali inchiostro indelebile
le tormentate pagine della mia vita
mi fece gridare di rabbia
impassibile mi consegnò al dolore
mi lasciò sola al pianto della morte
mi fece ridere come senza passato
sbrigativo mi insegnò al suo modo
sentieri meno battuti dello spirito.
Grazie a chi con generosa passione recitò
su quel modesto improvvisato palcoscenico
offrendomi in giorni ardui il miglior ruolo.
Grazie a chi non c'è più.
**
OLGA KARASSO
**
-Olga Karasso ha iniziato in giovane età a scrivere e pubblicare brevi racconti e poesie e a frequentare noti circoli letterari.
Tra i primi volumi il libro di poesie: "Verdi malinconie".
Assieme ad un gruppo di artisti, molto più grandi di età, dato vita al Circolo del Giovedì dove si tenevano mostre, conferenze, presentazioni di libri, e varia cultura.
Assieme a Franco De Poli ha tradotto poesie di Léopold Sédar Senghor per Guanda.
Conoscendo - tra altre - due lingue slave diventa redattrice della rivista letteraria a carattere internazionale “Il Canguro”. Ha tradotto anche due poeti bulgari. Entra a far parte della redazione di “Utopia” che lascia dopo qualche tempo.Ha pubblicato numerosi articoli di critica su autori stranieri collaborado a varie testate, ricevndo svariati premi.
- Invitata come rappresentante italiana dall’Unione degli scrittori a lunghi vari simposi letterari in Bulgaria e in Romania. Altre tappe: Cecoslovacchia, Polonia e Ungheria.
Con grande sofferenza si allontana dall’ambiente letterario per motivi personali e ideologici: troppo politicizzato per poter rimanere mentalmente libera. Rimaneva vivo comunque il desiderio di tornare a scrivere.
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