SEGNALAZIONE VOLUMI = GIULIO MARCHETTI
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Giulio Marchetti: “Varco cielo” Ed. puntoacapo 2023 – pag. 86 - € 12,00
Un tenue ritornello ricama pagina dopo pagina il sottile sussurro della parola, scritta, inserita, declamata, cercando con ansia il ritmo che, ordinato in una personale visione, da frammentario diviene luminosamente incisione della esperienza quotidiana e successione di riflessi biografici intimi ed emotivi.
Autentica e sincera evoluzione di un dettato che distingue una cifra di scrittura che da stilistica espressione diviene scaturigine di cifre ininterrottamente riversate sul foglio.
Legare la realtà al sussulto dei sentimenti diviene per la poesia motivo di canto, anche se a sbalzi di uno stordimento o di uno sbalordire innanzi ai lampi della fusione.
“Guardare fuori, guardare/ fiori, colori/ illusori, quante/ occasioni/ perdute/ ed ora piovute/ dal cielo, per guardarsi/ dentro, per lasciare/ un metro, per squarciare/ il velo/ di maya./ Ecco/ la paura che abbiamo/ di essere/ il niente che siamo.”
Martella il pensiero, sciorinando parole che si inseguono, per rispondere ad interrogativi che molto spesso corrodono, in un tessuto che diventa problematico ed irresoluto, perché la sensibilità del profondo cerca di divenire disponibilità all’ascolto.
Per chiarire questa scrittura Dante Maffia scrive in prefazione: “Una poesia che apparentemente sembra fatta di avvisi, di accensioni rapide, di abbacinamenti, di incursioni nel profondo della psiche, e che mostra invece una distesa ampia di argomentazioni, che fa pensare, oltre che sognare, e fa meditare sulle sorti della vita, essa stessa fatta di “stanze”. Sia chiaro però che per Giulio Marchetti la stanza non è una porzione di una grande composizione come un poema, per capirci, come l’intendeva Angelo Poliziano; per Marchetti la stanza è un nucleo che vuole ribadire, con particolare attenzione e focalizzando la singolare maniera di un pensiero che qualche volta sfiora la tentazione filosofica. Sono momenti di lacerazioni che per non debordare alzano il capo e diventano esempi, simbologie, accadimenti rivissuti nell’anima per trarne alimento, ancora una volta, spirituale, ma di una spiritualità che ha coloritura anarchica.”
Anche la goccia, capace di risalire controcorrente, ha il prestigio dell’imprevisto e comprende le numerose possibili variazione di modulazione, dalla luce delle lettere alla espressività del sociale, dalla indifferenza proposta innanzi ad una finestra al lamento di un fratello straniero, dalla “semplice didascalia del silenzio” al debito che vita infligge ad ogni mortale, dal modello che cerca affermazione in ogni contesto alla rielaborazione dello spazio personale, dall’apparenza ingannevole di un colore alla sospensione incredibile fra cielo e terra.
Il poeta scrivendo riscopre se stesso ed il verso diventa la chiave di svolta per un rapporto incorruttibile con i sentimenti.
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ANTONIO SPAGNUOLO
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