giovedì 27 luglio 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = ROBERTO ADDEO


**Roberto Addeo –"Fuori è un bel giorno di sole" - Ed. La valle del tempo - 2023 - pag. 72 - € 10,00
"Prefazione"
Immergersi improvvisamente tra le riga, che con il ritmo e la musicalità diventano poesia, diviene spesso un bagno aromatico che ritempra lo spirito. Si! Sembra di tuffarmi in un gioco di onde le quali investono a tratti con il fragore del risucchio, come vortice o gorgo che stordisce in leggere vertigini e accompagna lo sguardo verso l’orizzonte.
La strana e pur semplice meraviglia che attanaglia il poeta disvela l’incedere di una vita comune, senza artefatti o sfasature, restituendo al silenzio quello che il sussurro sperimenta come riscatto dalla quotidianità, nel senso autentico che ogni baluardo possa rimanere inesplorato affinché il disincanto nei confronti del reale non diventi soltanto consolazione ma significato assoluto dello spazio esistenziale.
Non è facile incidere sulla pagina il pensiero dominante: “ed ecco le sferzate del panico/ delle quali una mente,/ ancor più se sempliciona,/ sotto le zanne delle travi in sviluppo/ si ciba a giorni alternati.” Così che il verso prende mosse dalla sorpresa per aprire un’oasi in cui anche gli affanni finiscano per essere trasfigurati da un velo di serenità soltanto perché lontani nell’alternarsi al soffuso classico nitore. La momentanea evasione dalla realtà cerca di dare una forza fulminante anche perché: “quando invochi la pace e percepisci un dio svegliarsi/ accendi un fanale costoso, l’esperienza/ c’insegna che a vincere la concentrazione dell’occhio/ fu sempre la luna; di solito le dita s’intrecciano/ se abbiamo tirato in barca i remi della perfidia, e il sole/ da lassù le abbrunisce per far sì che abbiano meno paura/ dell’ombra.”
Sul piano espressivo una frantumazione del reale, in cui si accumulano i simboli, le immagini, le folgorazioni, i germogli tratti dal subcosciente ed emergenti con una certa violenza, improvvisa e spesso affascinante il vissuto personale del poeta diventa il mormorio con voce pacata, morbida, suadente.
“Annusa una disciplina” per comprendere tutto ciò che accade nella storia, qualcosa che attacca la corteccia nell’ansia di saziare il sogno che civilmente si collega ad eventi imprevisti. Richiama alla ribalta personaggi che hanno lasciato un segno tra la cornice di un confronto o degli automatismi istintivi che riparano le crepe del conflitto.
Roberto cuce e ricuce incandescenze adagiando il suo intimo sospiro allo sguardo dell’io teso verso il razionale, e governa le leggi del linguaggio con una maestria tutta personale, da scrittore avvezzo al colloquio, al confronto, all’immaginazione. A volte alla ricerca del motto filosofico, del dolciastro imperscrutabile, dell’azzardo verso il dicibile, della rapacità memoriale, come un raffinato che vede la propria persona riflessa in uno specchio che è verso la consunzione, come una campana lesionata che batte ancora i suoi colpi senza indugi.
. Lavorare per la poesia è scavare nel patrimonio culturale, per cercare di aggregare sentimenti e fulminazioni, decantando emozioni e vincolandosi alle articolazioni linguistiche, nel tempo e nell’affanno. E la parola cerca di contenere il tutto, sufficiente a definire compiutamente la massa delle emozioni che un artista ha dentro.
“oggi mi troveranno disponibile/ come il rasoio del barbiere/ sarà una cosa piacevole, altroché/ spalancherò le forze e ridurrò in granelle/ tutti i loro sottopancia/ stirpi di mezzi uomini che hanno fatto bingo/ il giorno in cui vennero al mondo/ mentre a me tocca la sorte del cane in chiesa/ il mio odio per loro è il lenzuolo di Laerto/ (Laerte o come si chiama)”
Nella solitudine si insinua una luce solare che offre una euritmica musicalità dei nessi una combinazione che simboleggia il percorso di una via accidentata verso la ribellione per la sorte o le sorti che ci accompagnano. La rappresentazione del dolore, o dell’angoscia, anche se calati in una precisa realtà contingente, diventa molto efficace con la descrizione di scene esaltative, anche se sfiorando di sorpresa lo sfondo politico.
Ad un tratto del libro la versificazione improvvisamente diviene quasi prosa, in pagine che hanno l’aspetto del racconto, introducendo avvenimenti o situazioni “nel breve tempo di uno specchietto acqueo” o per “una forza nell’imbastitura del ghiaccio”. Compare un certo De Girolamo senior che “faceva sul serio” tra magagne ed intrallazzi, realizzando una narrazione a saltelli nella quale si svincola una fusione di simbolo e mottetto. Non c’è confusione negli incarnati legata ai meri interessi di un elemento sociale, ma una consapevole identificazione del canto per esaltazione enfatica o retorica.
“Anche se De Girolamo junior fu tra le grandi sorprese della mia vita,/ l’avevo sempre visto come uno di quelli che se la tirano e poi la sua voce/ in lega metallica credo per via dell’apparecchio non mi aiutava nella stima,/ e invece si dimostrò la personcina più attaccata e servizievole che ricordi,/ un’ora prima mi ero fermato sotto l’attaccapanni con la sorellina…” Descrizioni che accarezzano la semplicità tipica di tanta accortezza, che da concezionale si piega ad un brusco risveglio, rivelatore di un quotidiano tutto da scoprire. La fiducia accarezza quei momenti in cui traballa il senso di equilibrio, tale da esprimersi in pacate combustioni di accelerazione.
Tutto ciò che in poesia è sospeso tra l’emozione e l’intesa di attualità, tra le compromissioni possibili del divenire e la sintesi di manifestazioni fenomenologiche, tra i moduli razionalizzati e la rappresentazione dello spirituale, si concentra con grande vigore nella disponibilità di dialogare con il lettore. Questi a sua volta ascolta e cerca di inseguire quelle emozioni che il verso riesce a suscitare.
Snodo decisivo di questo linguaggio è, per Roberto Addeo, la capacità di modulare i limiti della chiarezza e l’eccezionalità delle variegate suggestioni, tra sezionamento sperimentale e autentica rilevanza di certezze da consolidare.
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ANTONIO SPAGNUOLO

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