domenica 29 ottobre 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = LUCIO ZANIBONI



**Lucio Zaniboni: “L’ombra del vero” – Ed. Cultura oltre 2023 – pag. 134 – Una struttura impeccabile caratterizza l’ultima opera di Lucio Zaniboni, ben maturo nella sua policromatica energia di poeta.
Il riverbero della immagini che egli ricama, con il sottile e prezioso filo della cultura a tutto tondo, è un continuo altalenare tra l’immaginazione, la fantasia, la realtà il subconscio.
L’eco di un flusso continuo della parola sussurrata o urlata riesce a decifrare tutti gli spazi interni della mistura musicale, appena si affonda nel ritmo del verso per sottendere un alfabeto macroscopico, che sia capace di trascinare il lettore pagina dopo pagina in una cattura sapienziale delle immagini sottese al palpito dei sentimenti.
Zaniboni adagia in altalena i valori della vita quotidiana con le impreviste sorti della morte, interrogandosi ininterrottamente per ricercare quei valori che vanno sospesi nel segreto del credo. L’ansia corrode il mistero e si accosta ai dettami della storia, sottolineando le dimensioni di un mito, quasi a dispetto della gabbia che costringe l’individuo alla solitudine. Una riflessione trabocca in quei valori che ritornano allo sguardo stupito del poeta e la sospensione ha l’accento dell’innocenza come desiderio di rivincita, di richiesta, di equilibrio. Alcune annotazioni intendono coinvolgere i sentimenti del lettore in un tentativo di plausibile scarnificazione del diario, una strana iniziale apertura nel varco della metafisica, che accenna ad uno svincolarsi dalla nebulosità.
“Prigioniero di sogni/ ancora posso vivere/ dissetandomi ai miraggi,/ fingendo rose fra le spine/ attendendo i tuoi passi/ sull’esile trama del vento./ Non ci sono canti/ di usignoli,/ la fontana ha voce/ opaca sul muschio,/ l’eco delle campane/ è spenta nel cuore.” Anche nella semplicissima evocazione di momenti di abbandono, per i quali la mente evapora nella fascinazione, la musicalità del dettato appare nell’emozione e nella lucente testimonianza di uno scambio ampio e variato.
Allo specchio il cesello fiorisce anche se “il tempo passa e affievolisce ogni aspettativa”, mentre il poeta immerge il grido del cuore nella bizzarria dell’umano. Immagini sintetiche e nitide hanno una vera e propria capacità di comunicazione, sia per una scelta linguistica che propone la lingua parlata, sia per quella ispirazione istintiva e prevalentemente musicale che sembra preesistere alla poesia stessa.
A chiusura della silloge questo adagio: “Non è paura del dopo,/ del sonno senza risveglio./ Questo mi preoccupa poco,/ temo invece il dolore,/ quello che non dà tregua./ Vorrei un giorno, comunque e dove,/ ballare sul filo più di un giocoliere/ e ridere follemente dell’antica emozione.” Versi che condivido integralmente come coetaneo che quotidianamente avverte la Scure Nera minacciare alle spalle.
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ANTONIO SPAGNUOLO

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