SEGNALAZIONE VOLUMI = MASSIMO MORASSO
**Massimo Morasso: "Frammenti di nobili cose" - Ed. Passigli poesia - 2023 - pag. 120 - € 14,50
“Normale nostalgia dell’eterno, / pensai, senza aprir bocca, / mentre mi torturavo d’altra vita / seduto su una seggiola in giardino/ volando nella mente come un’ape/ da ortensia a margherita/ come accecato in mezzo a fiamme di cenere.”
Il tempo elastico in cui ognuno di noi vive è la rappresentazione, in scene e tappe, di una storia personale che straripa per illusioni e per tentennamenti, tra la certezza del quotidiano, sempre agganciato alle molteplici elaborazioni, e la continua ricerca del perché, del dove, del quando, del dopo.
L’intrecciarsi di infinite energie allora ricuce con lampeggi memorie che hanno a volte il peso di un macigno, a volte la leggerezza della sorpresa, nelle sensazioni variegate del rintocco. Molti componimenti diventano la rappresentazione di testimonianze, nella rincorsa degli innumerevoli progetti sospesi nel silenzio ammirato dei confronti, della sospensione, della ricerca, ed in una corrispondenza creativa che fa del verso un istante di sospensione del pensiero per immergersi nel realismo allegorico di eccezionale mole.
Suddiviso in cinque sezioni, volutamente interrotte, il volume sembra invece offrire un continuo canto, che realizza un vero e proprio poema, strutturato com’è in una vocalità uniforme, la quale incide nella fusione degli abissi con i segnali di riflessioni.
“Se anche di noi non rimanesse/ traccia. Niente di niente/ della nostra povera vicenda/ sulla terra. Non le parole, non i fatti,/ non il silenzio sordo d’un frastuono solitario,/ e si cadesse senza aver impresso un’orma/ purchessia, neanche l’ombra stessa del cadere,/ e ci sentissimo puri, ineffabili,/ ventosi come Dio.”
Con la semplicità dell’uomo saggio Massimo Morasso ci trasporta con una particolare sintonia dall’incipit “in principio fu la parola” ai “sospirosi sogni della notte dove l’ora l’una con l’altra si cancella” e trasfigura la sfera della realtà proiettando tutte le linee d’ombra verso “la nostalgia dell’altrove”.
Quasi per gioco dichiara: “in me non muore mai/ la tentazione del poeta/ di rinchiudere la lingua/ come un disabile in famiglia/ o una falena in un barattolo di vetro”, di contro invece snocciola il ritmo serrato della musica che la vera poesia riesce a decifrare.
All’illusorio senso della continuità si contrappone il desiderio di quelle strategie difensive che hanno il magico tocco del fantasma.
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ANTONIO SPAGNUOLO
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