venerdì 16 agosto 2024

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANNA VINCITORIO


**Anna Vincitorio: “Sedia a sdraio abbandonata lungo il lago” – Ed. Venilia . 2024 - pag. 220 - € 20,00
Che la figura del padre sia particolarmente essenziale durante tutto l’arco della nostra esistenza terrena è ben noto e ci sostiene validamente anche dopo la sua scomparsa. E con un racconto dedicato al padre, memoria, ideali, guerra, patria, battesimo del fuoco, autunni, antiche foto, si apre questo corposo volume di prose, nelle cui pagine scintillano respiri confusi in un piacevole turbamento di ricordi.
Narrazione semplice, scorrevole, accattivante, che evidenzia con cromatiche pennellate quell’animo snello e burrascoso che attraversa la quotidianità tra esplosioni di allunghi e frequenze reali, incidendo personaggi e luoghi con la penetrante sequenza della introspezione.
Con decorativi motivi i capitoli si susseguono ordinatamente. Vite di donna 1, vite di donna 2, sogno e ricordi, era un ragazzo del 99, luoghi e persone del ricordo, tra realtà e follia, evocazioni, storie di donna. Già nel seguire queste indicazioni si avverte l’effluvio di un “resoconto” particolareggiato che avvia ad una interpretazione capillare della cronaca cesellata. Leggere soltanto i titoli dei singoli capitoli indica il percorso policromatico che questi componimenti riescono ad intrecciare per un continuo addentrarsi docilmente nel diamante delle rievocazioni.
Dalla cascata fangosa ove “si rinnovava nella visione il ricadere ritmico dell’acqua, come una danza macabra che coinvolge e tutto sommerge” alla “fuga al mare con gli amici” vivendo un sentimento dentro che cercava di sconfiggere, da “l’aereo che decolla. E’ seduta vicino all’oblò, non avverte vibrazioni e l’aereo sembrerebbe fermo se non fosse per la fuga di nuvole e il loro sfumare nel verde del paesaggio” al “fischio del treno nella stazioncina di Elephant Castle,la valigia dimenticata e poi il suo recupero.” Dal contrasto stridente tra l’uomo raffinato e l’altro rustico e sporco, che li accomuna l’amore; per uno ricordo e fedeltà, per l’altro magica follia , poi viltà e abbandono. A Li che “si sente protetta e l’accoglie il grande letto e il tepore del gatto persiano,, che sgrana pigro tra i baffi gli occhi verdi.”
Un tocco di poesia pervade la stesura di queste luminose storie, per la insistente musicalità delle frasi, il sorreggersi di un ritmo incalzante, conciso, acquietante, che non si chiude mai in uno sterile lamento ma cerca sempre di considerare la realtà umana, interpretata come unità unica, tra la sintesi dell’accadimento e la razionalità degli orizzonti.
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ANTONIO SPAGNUOLO

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