martedì 7 gennaio 2025

POESIA = KUJTIM HAJDARI


Nato a Hajdaraj il 10 aprile 1956. Ha iniziato a scrivere fin dalla sua giovinezza, già alle scuole elementari, e quando era al ginnasio le sue poesie e opere iniziarono a essere pubblicate nel giornale locale, così come in "Drita" e "Zëri i rinisë". Dopo aver terminato la scuola superiore, ha preparato 3 volumi: uno di poesie "A do të vijë pranvera?", uno di racconti "Violinisti" e un dramma "Netë pa gjumë", ma le sue opere non videro la luce della pubblicazione a causa di contenuti anti partito. Dopo il cambiamento del sistema, è andato in esilio in Italia, dove ha trascorso molti anni e ora vive negli Stati Uniti. Per un lungo periodo non ha più scritto, a causa della demoralizzazione per la mancata pubblicazione dei volumi e delle minacce di persecuzione come creatore anti partito, oltre ai problemi familiari e alle molte difficoltà dell'emigrazione. Ha iniziato a scrivere di nuovo nel 2017, dopo una pausa di circa 25 anni, poesie in albanese, in italiano e recentemente anche in inglese. Sia in Italia che negli Stati Uniti continua a scrivere e a essere attivo, pubblicando di tanto in tanto volumi di poesie, partecipando a vari concorsi sia in patria che all'estero e pubblicando poesie su numerosi portali, giornali e riviste. Ha avuto parecchi apprezzamenti ed ha vinto molti premi sia in suo paese che al estero. Nel agosto 2024 è vincitore di “International Impact Book Awards” nei Stati Uniti D’America. I temi che affronta sono molteplici, ma un posto importante occupano i temi e i problemi dell'emigrazione e i problemi sociali e d'amore. Scrive principalmente poesie in versi regolari, ma si esperimenta con successo anche nel verso libero. La pubblicazione delle sue poesie avrà una considerevole diffusione geografica. Le troverete pubblicate in Albania, Kosovo, Macedonia, Italia, Stati Uniti, Romania, Marocco, Egitto, Danimarca, Bangladesh, Pakistan, Turchia, Spagna, Germania, China etc. Ha ricevuto numerosi certificati e diplomi da vari gruppi e associazioni web. La sua poesia è stata accolta con entusiasmo e migliaia di suoi ammiratori da molti paesi del mondo, così come poeti e critici letterari noti, hanno scritto le parole più belle su di lui. ***
"CON TE, O MARE!"
O mare, quante volte ho combattuto e dimenticato,
Con te il mondo amaro, la vita aspra, passata,
Quante volte nel cielo della felicità mi hai portato,
Quante volte l'oscurità me l’hai fatto vedere.
Nel tuo respiro, quante volte ho trovato la pace,
Come vicino al bicchiere di vino tinto, ubriaco.
Quando gli anni pesanti mi stavano uccidendo,
Quando il tempo mi buttava stormo e fango.
Sulle braccia della tristezza quando stavo sul bordo,
Dalle spalle mi presi e mi hai scrollato forte all’orlo,
E io, tra le onde, come un combattente leggendario,
Mi buttavo e un filo di speranza cercavo di nuovo.
Quante volte in lacrime ho visto il tuo nero fondo,
Quando sono stato trascinato negli abissi, orribilmente,
Ogni tanto mi mettevi la paura e vedevo la testa sul tronco,
Nella tua discesa quando guardavo l’Inferno imminente.
A volte mi schiantavi sulla riva come le immondizie,
A volte in cima alle onde mi davi la libertà,
Il segno della lotta, lungo la costa é ancora rimasto,
Come al sole l'immagine della mia faccia indurita.
Il bianco sulle creste delle onde che la lotta ha pitturato,
Le impronte simile, sui miei radi capelli, hanno lasciato,
Ma di nuovo, un combattente sulle onde voglio essere,
E altre sfide con te, per la mia libertà, voglio ancora avere.
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"PERDUTO"
Perduto nel tramonto dei ricordi,
Nel dolore delle canzoni lasciate a metà,
Nell’eco delle macabri morti,
Rimasti nei crateri storici,
Nel crepuscolo degli anni - ghiacciai dell'Alaska,
I gemiti del tempo si sciolgono,
Si spezzano in frammenti meteorici,
E cadono nell'universo infinito dell'anima,
Tirando i piccoli tiri di luce,
In quegli anni del mistero senza luce,
O i miei neri anni!
I sogni belli e dolorosi,
Si spengono e muoiono tra le rovine della memoria.
L'ansia accarezza i cieli dei desideri.
Il crepuscolo della vita pesa sul dorso arcuato degli anni,
Un sospiro di vecchiaia spaventa gli uccelli primaverili.
Ma, di nuovo al mattino, trasfigurato,
Un arcobaleno di speranze,
Compare all'orizzonte delle mie grida.
Oh, la mia libertà dove sei!
Perduto cerco di risvegliarmi con tanta voglia,
Con le stampelle che gli anni me li hanno fatto "regalo",
Cerco di camminare sulla strada piena di buchi del secolo.
Con il fresco dell'alba,
Cerco di asciugare la polvere negli occhi della speranza.
Nelle galassie estreme cerco i raggi di un sole,
ma il mio sole splendente cade nelle crepe del mio cuore.
E si spegne nell'infinità delle fosse dell'anima,
Oh, maledetta la mia sfortuna!
Nel mezzo buio spirituale,
Creato da questo tramonto,
Morfeo, il dio del sonno e dei sogni,
Mi appare di nuovo.
Sopra i miei occhi sfrega leggermente i fiori del papavero,
Che ha raccolto nei prati del tempo.
E io muoio nei miei sogni infiniti,
Nei miei sogni con un abito da sposa.
Anche cosi morto, li accarezzo,
E li faccio partire, con un mazzo di fiori, per la festa di nozze.
Senza pensare che un giorno potrò risvegliarmi,
E con le lacrime di delusione, li innaffierò,
Oh, Sole mio, dove sei nascosto?
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"MI ASPETTERESTI STASERA?"
Salgo lentamente le scale e spero in una magia,
Guardo attentamente la porta: “stasera, uscirà?
Con un sorriso di luna come allora, apparirà,
Con la dolce voce - amore e nostalgia?
Mi sto ancora avvicinando - nessuna voce,
Forse è impegnata a cucinare la cena,
O con suo nipote - ridono e giocano,
E sui tappeti allegramente si ruotano.
Apro la porta lentamente - neanche un sussurro,
Invece tu mi sorridi dalle foto sul muro,
"Sono tutta qui, non mi vedi, nei tuoi ricordi,
Anche se non ti aspetto la sera come prima.
Quando i fiori domani verrai a portarmeli,
Nella tranquillità delle tombe, anima mia,
Per i nostri ricordi, i sogni stroncati ti parlerò,
Il dolore che ti sta uccidendo te lo porterò via."
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Kujtim Hajdari

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