ROMANZO = CARMELA POLITI CENERE
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Carmela Politi Cenere: “Raccogliemmo more su per la collina”- Ed. Homo scrivens 2025- pag. 148 - € 15,00
Abile manovratrice della penna, ricca di per se di un bagaglio culturale policromatico, Carmela Politi Cenere stempera, con delicatezza e con appassionata ricognizione dei segreti del nostro inconscio, un romanzo che ha alcune sfaccettature variegate per incisioni nel quotidiano e incursioni nel sottofondo filosofico.
Angelina e Totonno sono i due personaggi principali di questa avventura che si stempera fra il verde della collina di Posillipo, un sito affascinante della Napoli lussureggiante, nei primi anni del trascorso novecento.
La fanciulla “custodiva nel suo cuore il segreto di un sentimento appena nato, puro, appassionato, che le permetteva di guardare la vita con la consapevolezza della totale realizzazione dei suoi sogni”.
Tenera, tra le prime pagine, la descrizione della incertezza mal celata dalla fanciulla per una discutibile “fuitina”, capace di mettere al sicuro il matrimonio contrastato con Totonno, ma acerbamente placata dai dubbi morali che affollavano il suo cervello.
La capacità dell’autrice di impossessarsi degli attimi che attraversano il quotidiano andazzo tra la madre Minicuzza e la giovane protagonista sono qui elaborati con la duttilità di chi sa porgere i fotogrammi di incontri, avvenimenti, suggestioni, improvvisazioni, discussioni, titubanze, nello svolgersi di comportamenti etici che nello scorso secolo erano inviolabile codice, e riferire tutti quei modelli che lasciavano vedere figure saldate alla tradizione e pur desiderosi tacitamente di svincolarsi.
Mentre la storia prosegue spedita sotto il sole di marzo, che gioca coi capelli splendenti dei due giovani, si alternano descrizioni di avvenimenti popolari come il frastuono del mercatino festivo in zona collinare e la rumorosa processione per Sant’Antonio o le diatribe e i dibattiti fra consanguinei, o ancora la compartecipazione ad un felice parto gestito dalla “vammana” amica.
Tratteggia con fervore la dolcezza che si sprigionava tra i due giovani innamorati, l’impegno di Don Gerardo per appianare i divieti, le promesse impensabili per realizzare l’impossibile, il trascorrere dei giorni che diventavano sempre più arditi, la dissenteria improvvisa per ‘Ngiulinella, lo stato sociale che al momento contava più dell’amore e della serenità, ed in fine una serena conclusione tra le mura di Milano, alle soglie di quella famosa guerra 15 - 18 .
Tra queste pagine di Carmela Politi Cenere il tocco della fede e della morale va interpretato emotivamente nel fervore che i personaggi elevavano nel tempo andato, qualcosa che dal linguaggio ordinario sfocia in risonanze realmente struggenti sia per sentimenti inespressi che per atmosfere che sembrano atti ipnotici.
Scrittura composta e meritevole di attenzione, sempre capace di cogliere quello stile che abbraccia un’ottica ritmata e concreta.
In appendice il volume si completa con l’aggiunta di undici pagine del capitolo “La stanza dello scrittore” in ricordo dell’amico romanziere Domenico Rea, nel ritmo di un sentimento caldissimo.
ANTONIO SPAGNUOLO
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