POESIA = SILVANO TREVISANI
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"Angeli disfatti"
Angeli disfatti agli angoli delle strade
ci chiedono di uscire dal nostro mutismo
e cantare la loro differenza, di uomini che sanno
sulla carne scrivere l'anima. Prenderanno poi
la bellezza che a noi è sconosciuta,
la misura di Dio ci dirà con quali occhi
li abbiamo misurati. Ma non basta
dirsi consapevoli, basterebbe forse
farsi un po' cielo e nuvola,
piovere sul bagnato, ritrovarsi quando
nessuno ti ha cercato. Persino nei luoghi comuni.
E smetterla di sgomitare.
Allora quei visi
abbrutiti dal nostro ribrezzo allora
noi li cercheremo,
per sottrarre la nostra inconsistenza.
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"Incompreso"
(a mio padre)
Il filo della tv scendeva
nello stabilizzatore, si perdeva
in un azzardo di prudenza
non era per noi comprensibile
la ragione, ora conosco
i tuoi sforzi per evitare la nebbia
o la tendina, che fossimo i primi
a scoprire Ivanoe e quanto ci amavi
da tenersi per mezz'ora non è mai
troppo tardi e poi i compiti da sbrigare.
Prima di sera. Prima di una notte
che ancora non era matura.
Scoprivamo la guerra, Kennedy, Urbi et orbi
se il filo reggeva, all'antenna
il mondo si teneva appeso a Cuba.
E noi eravamo lì, con un piede in agguato
a scoprire l'Italia
dalla parte sbagliata
che tu facesti a piedi, tornando da Lonate Pozzolo
perso da due anni alla famiglia
il 25 di aprile del quarantacinque.
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SILVANO TREVISANI



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