lunedì 13 ottobre 2025

POESIA = VINICIO SALVATORE DI CRESCENZO


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"La torre di portella"
Per un vicolo di rena
che fiorito gelso tenta a mitigare arsura
vago.
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E la nuda pelle
d’ogni passo ruba fretta al tempo
per guadare fondo, che di brace,
se ne calza il manto.
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Arida sostanza la mia terra antica
e lago di novelle rifrazioni ancora ardenti.
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Non v’è seme che germogli
in grembo alla palude madre
che partenza varò pel navigare
del mio fiume d’anima fluente.
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Si smorza il purpureo fianco di montagna
che della roccia ne incarna la ferita.
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E l’antica torre di portella
resta a vigilare ogni passante
che non vuol partire.
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"Nei sogni"
Mi sei giunta a rinfrescare il sonno.
Viso antico privo d’anni
che di finito tempo si fa sfondo.
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Con la fune legata alla mia sorte
hai sollevato il vuoto che mi coglie.
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Nel cammino soffre ogni viandante e nel riposo,
vano appare lo scintillar del sole.
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E che dell’alba quasi più non ho desio
se tuoi passi sono piuma che si adagia sulle ciglia.
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Notte, che di stelle sparse fai tuo dono
a queste afflitte terre vagabonde,
filtra ogni radice che sepolta
spera di tornare a rinverdire chiome.
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"La via alla foce"
Se bruma dona stilla e irrora curve fronde
resta casta la sterrata via dal guazzare soffocata.
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Di siffatto dolo si vanta la palude.
Vestita d’ombra manigolda
ruba luce a cupe cavità segrete.
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E dove a raggio
s’apre il suono di tondi mulinelli,
canta lo stormire di fogliame nuovo.
Germoglia schietto il ghermire di radici
sulla pietra dal velluto vivo.
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Se torna pioggia di stagione
la lunga scia di fango e fiume
è sentiero nuovo per la foce.
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VINICIO SALVATORE DI CRESCENZO

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