martedì 7 gennaio 2020

SEGNALAZIONE VOLUMI= DANIELA RAIMONDI

Daniela Raimondi – Diario della luce-- Moby Dick – Faenza – 2010 – pagg. 39 - € 15,00

Daniela Raimondi è nata in provincia di Mantova e vive tra due isole: la Gran Bretagna e la Sardegna. Ha pubblicato Ellissi, 2005, Inanna, 2006, Mitologie private, 2007, il monologo in versi Entierro, 2009 e il volume monografico Quaderni Di Poiein (Puntoacapo Editrice, 2010). Diario della luce, il testo dell’autrice, che prendiamo in considerazione in questa sede, include anche in allegato il cd con le poesie interpretate dall’autrice sulle musiche del Faxtet, che è un quintetto di bluejazz, attivo fin dal 1990 che, oltre alla produzione di album strumentali, vanta un ricco percorso legato alla contaminazione tra la musica e le parole dei poeti. Diario della luce è un testo non scandito e, leggendo l’indice, attraverso i nomi dei componimenti, dei quali il primo ha per titolo Mattino e l’ultimo Sera, si avverte il senso del tempo che passa, anche attraverso il filo rosso che lega i titoli che si susseguono che sono: Mattino, Vigilia, Prima gemma. Estival, Risveglio, luglio, San Lorenzo, Diario della luce, La bufera, Riflessi, Stormi, ottobre, novembre, Raccolta delle olive, Scirocco, Sera. Tutto il discorso è collocato in un contesto naturalistico, sotteso ad un forte senso della temporalità. I versi di questa plaquette sono caratterizzati da una grande dolcezza e la natura stessa pare essere la protagonista del testo. La forma è particolarmente elegante, come già si era notato in Inanna ed Entierro e si avverte un forte nitore e una grande chiarezza nel dettato. Tutti i componimenti sono strutturati in strofe e pervasi da una grande armonia, attraverso uno stile alto ed essenziale. Colpisce la grande leggerezza delle poesie di Daniela Raimondi, leggerezza che, in Diario della luce, rispetto alle altre raccolte, è ancora più forte. C’è grazia e levità nei versi di Diario della luce. L’ambientazione pare essere un luogo di campagna, per le molte specie vegetali e animali che vengono dette; è presente una forte densità metaforica e sinestesica. L’atmosfera è stabilmente sognante, quasi un sogno ad occhi aperti, occhi dell’io-poetante, che si aprono pieni di stupore sulle meraviglie della natura. Poesia neolirica, quella di Daniela Raimondi, effusione di sensazioni, a volte tattili e vibranti, che si fanno parola. Si avverte il senso dell’attesa, una tensione verso la gioia della vita, che si fa verso rarefatto e controllato. Proprio per il susseguirsi dei componimenti, in un vago arco temporale, possiamo, come dal titolo, definire questa poesia diaristica, un diario dell’anima, un’espressione dei sentimenti e delle sensazioni più intime. Tutto appare accadere in un contesto en plein air e costellato da immagini incantevoli. Dopo la controllata drammaticità e tragicità di Entierro, la poeta giunge qui ad un esito antitetico, perché all’insegna della luce e della serenità, serenità però spesso intrisa di malinconia. È una natura che si fa senso profondo, attraverso la metafora o il simbolo: - “La mia Itaca ha seni di madreperla/ e un sesso di bambina/ ha uno sguardo di ametista…/”. Qui Itaca diviene espressione di un luogo primevo e privilegiato, felice nel suo naturale schiudersi alla vita. Nel rivolgersi spesso ad un “tu”, la poeta raggiunge toni vagamente somiglianti a quelli di Neruda, per un presumibile vincolo di tipo amoroso, che la lega all’interlocutore, del quale ogni riferimento resta taciuto. La figura del “tu” è presente nell’incipit del primo componimento. C’è coesione, nei versi della Raimondi, che sono icastici e luminosi, veloci e precisi e spesso si avverte, in essi, una musicalità soave. Lo stile è narrativo e caratterizzato da grande chiarezza, fino ad essere, a tratti, quasi elementare. Con i suoi versi la poeta costituisce quasi un’elegia della natura, natura che viene fortemente avvertita in ogni sua componente. L’io-poetante si trova al centro di un cosmo e, dalla contemplazione di questo universo scaturiscono i versi. Nella poesia eponima avvertiamo un forte misticismo naturalistico, che si realizza attraverso il nominare Dio stesso, oltre che nel dire la luminosità, lunare o solare che sia, notturna o diurna. Il componimento Diario della luce è costituito da otto segmenti, intitolati ognuno con un’ora diversa del giorno. a partire dall’alba, per darci il senso dell’evoluzione della luce nelle ventiquattro ore del giorno. Tutto sembra, in questa composizione, darci il senso di forte armonia, che lega l’io-poetante, il Creatore e le sue creature, una sintonia cosmica che accade tra ogni essere vivente. La poeta, nel suo microcosmo, pare essere in stabile tensione con l’infinito, verso un senso leopardiano di naufragio nell’immensità. Alta la prima poesia della sequenza, intitolata 06.48 , componimento che descrive un risveglio:- “Dio ha scordato un poco di luce nel cielo/ ma la notte deve compiersi, aprire un varco verso la luce// L’alba soffia sul mondo l’azzurro mattutino, / il corpo è pesante di sonno/ lentamente risale:/ gli occhi semichiusi, la pelle dolce.// Il mio giorno inizia adesso, con il latte che schiuma/ e un piccolo gesto di pazienza.// La brace del sole è ancora lontana/ C’è un respiro di uccello sui rami-/ i loro cuori attendono/”. Un’altra caratteristica delle poesie della Raimondi è che in esse avvertiamo spesso, il senso delle piccole cose quotidiane e domestiche, che possono divenire anche simboli, come un catino di stagno o il pesce lavato sul tavolo; e, nel composito mondo della Raimondi, vengono detti anche i morti, in versi che, per reminescenza, ricordano quelli di Sereni: - “E questo che vogliono i morti/ una luce che allaga, il sonno senz’ombra/”. La luce viene vista come portatrice di redenzione e c’è il senso di uno struggente rimpianto di essa, quando, a sera inoltrata, viene a mancare; incontriamo in Diario della luce, anche un forte senso della corporeità dell’io-poetante nel distico:” Il mio corpo/ come un roseto in fiamme/”. Del resto si può affermare che dal corpo stesso nasce la poesia. Nel panorama odierno della poesia italiana Diario della luce si colloca come un’opera alta e originale.
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Raffaele Piazza

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