SEGNALAZIONE VOLUMI = ALINA RIZZI
***Alina Rizzi – Gente che se ne va----puntoacapo Editrice – Pasturana (AL) – 2020 – pag. 85 - € 12,00 "Gente che se ne va", la raccolta di poesie di Alina Rizzi che prendiamo in considerazione in questa sede, presenta una prefazione di Alessandra Paganardi centrata e ricca di acribia intitolata "Libertà e misura nei versi di Alina Rizzi".
Il testo composito e bene strutturato architettonicamente è scandito nelle seguenti sezioni: Preludio, Ricostruzione e Un’estate a contraddire.
I componimenti, molti dei quali sono brevi, hanno una venatura epigrammatica e assertiva e sono ben risolti nella loro compattezza formale e nell’icasticità che li connota pur nella loro leggerezza.
In Sera, la breve poesia che apre il volume, la poetessa parla della sua vita raggomitolata per parare i colpi del silenzio e in questo testo è implicitamente trattato il tema del detto e non detto e delle parole che scaturiscono dalla virtuale feritoia tra i due termini inverandosi proprio nei versi. Nella prima sezione Preludio si respira nei versi stessi un’atmosfera di sogno ad occhi aperti e tra accensioni e spegnimenti si realizza una forte e magica sospensione che crea visionarietà in sensazioni che sembrano connotate da un forte onirismo purgatoriale.
Altre volte prevale la linearità dell’incanto anche nel relazionarsi dell’io-poetante ad un tu del quale ogni riferimento resta taciuto. Anche il senso della fisicità di un corpo cogitante si rivela con frequenza, corpo che si fa parola e dallo scatto e scarto memoriale scaturisce la chiarezza dei dettati, che sottende una complessità intrinseca giocata sulle tastiere analogiche e forte è la densità semantica, metaforica e sinestesica.
Una sensazione di già vissuto, di ritorno dove si era già stati caratterizza queste poesie fluide nel loro sgorgare come sorgenti di acque limpide sulla pagina decollando negli incipit e planando dolcemente nelle chiuse.
Una vaga armonia sembra sottendere tutto l’ordine del discorso dell’autrice e l’io-poetante è molto autocentrato solipsisticamente su sé stesso e dai sensi acuti e sensitivi scaturiscono le parole dette con urgenza. Nella seconda parte Ricostruzione si assiste a un forte cambiamento di registro espressivo e la materia si fa spesso magmatica e oscura nella trattazione dei massimi sistemi come il tempo che è scritto con la lettera maiuscola iniziale a dimostrazione della sua titanica forza di condizionamento delle vite di chi è sotto specie umana e ne sconta la gravità e il tempo stesso è collegato alla morte che per dirla con Ungaretti si sconta vivendo.
Si tratta di un tempo violato dalla presunta, se tutto in poesia è presunto, volontà di annullarlo come categoria che va stretta per la sua percezione soggettiva e per la sua velocità che aumenta nella mente temporale con il trascorrere appunto della durata della vita.
Nella terza sezione dall’intrigante titolo Un’estate a contraddire ritroviamo poesie senza titolo e numerate che potrebbero essere lette come un poemetto a sé stante connotato da un’aura fortemente surreale ed evocativa.
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Raffaele Piazza
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