SEGNALAZIONE VOLUMI = RAFFAELE PIAZZA
*Raffaele Piazza: “Nel delta della vita” – Ed. Miano – 2022- pag. 64 - € 15,00
La poesia spesso è simile a quegli acquerelli che distendono con sobrietà e policromia colori variegati, accostati di volta in volta all’imprevedibile guizzo del colpo di sferza, che più volte diviene contraccolpo del linguaggio comune e riflesso del non dicibile, per incatenare pensieri e visioni che riportano al profondo interrogativo del sub conscio.
Così Raffaele Piazza ricuce e ricama versi imbastendoli ad una sospensione culturale che a ben riflettere diviene credibile anche nell’effimero e nel solamente accennato. Sono sospensioni che lasciano l’eco rimbalzare nella pagina, legandolo al destino ora esplicito ora implicito di una sublime dilatazione della parola, quasi tentativo di un ars retorica che diviene metafora ad ogni passo. Piuttosto che semplificarsi la scrittura di Piazza si carica di intervalli fulminanti, in distinzioni forzatamente allegoriche, di epifanie approssimate, di incursioni memoriali, di sussulti a testimonianza, nel disegno che diviene infine acutezza estrema e che rischia di annullare il dopo di ogni misura espressiva.
Due figure femminili compaiono decisamente concrete, Mirta e Selene, in un abbagliante tocco volumetrico, che disegna ricordi e passioni in una frattura troppo netta, in un incessante riproporsi in luci diverse, tra la testimonianza del diario e l’isolamento dell’assenza-passato.
Qui la fenomenologia ha componenti nominali e creative che determinano la sorte stessa della poesia, celebrando ancora la favola sensuale e disperata di un rapporto amoroso ritagliato esclusivamente sulle occasioni dell’illusione.
Non deludono in questa raccolta i tentativi profondamente motivati della preghiera. Una preghiera aggettante la confessione nell’assurda opposizione dell’esistenza quotidiana.
Ben riuscite quindi una strenua speculazione del visibile legata alla sua formazione fondamentalmente realista come coniugazione immediata ed un articolarsi verso profondità inconsuete che assumono soltanto valenze simboliche.
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ANTONIO SPAGNUOLO
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