UN MESSAGGIO EMOZIONALE = LUCIANA VASILE
**Contributo emozionale**
di Luciana Vasile
Grazie, Francesco, per avermi invitato.
Grazie a Piergiorgio Welby, al suo coraggio e alla capacità di saperlo raccontare, da poeta, e con incredibile lucidità.
Grazie a voi (organizzatori, autori dell'adattamento teatrale supportati dallo straordinario regista-attore) che, senza melensa retorica ma con amore, impegno e competenza ci avete donato - e spero donerete a molti - una vera "ora di sudario".
luciana
(e-mail del 2 maggio 2012 ore 23:07)
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Questo è quanto scrissi a Francesco Lioce una volta tornata a casa - e che conservo da oltre dieci anni nell’archivio del mio pc - dopo aver assistito, Roma 2 maggio 2012 - Domus Talenti, alla rappresentazione teatrale di “Ocean Terminal” dal romanzo di Piergiorgio Welby.
Finito lo spettacolo, turbata scossa commossa, ingoiando secche lacrime che conservo ancora oggi, intatte come un tatuaggio, nell’archivio emozionale del mio Io, ero scappata via, a testa bassa, senza salutare nessuno, con il timore di incontrare altri sguardi, tutta capovolta all’interno, per darmi il tempo di elaborare il coinvolgimento suscitato dallo spazio scenico, dagli scritti di Welby e dall’estrema bravura dell’attore Emanuele Vezzoli nel porgere quelle parole ad un pubblico come impietrito davanti alla delicatezza e difficoltà nell’affrontare il fine vita, allora ancora poco esplorato.
Fu infatti proprio Piergiorgio Welby, per primo, a rendere pubblico l’argomento, nel 2006, votandosi come cavia a raccontarsi, portando il “caso Welby” all’attenzione dell’autorità giudiziaria con la richiesta di staccare la spina a quella vita sdraiata, piena solo di tubi e dolore.
Per la prima volta il 2 maggio 2012 veniva realizzato “Ocean Terminal”, con il pubblico intorno quasi a toccare il piccolo essenziale palcoscenico dove troneggiava un imponente duro piano di tavolo-letto trapezoidale, distorto dalla sofferenza, e una sedia; come soffitto si alternavano cieli di pittori famosi al bianco accecante che può scorgere chi è perennemente supino.
In quel teatro romano, attraverso il monologo dell’attore: voce narrante e personaggio (Welby), e al succedersi di brani di musica classica, si consumava un’esistenza rievocata, in prima persona con verità e crudezza, dalla nascita....alla FINE
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Roma 15 agosto 2022
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